Questa settimana torniamo a parlare di Sideshow, con un pezzo decisamente ingombrante! Bentrovati!

In via del tutto eccezionale la rubrica L’angolo di Freddy vi fornirà in via informale punti di vista e opinioni molto personali di Freddy, collezionista da oltre 25 anni. Per recensioni e analisi più tecniche, oggettive e con gallerie fotografiche molto dettagliate vi rimandiamo alla sezione recensioni di itakon.

The Man-Thing è un atipico personaggio dei fumetti dell’universo Marvel e viene creato nel 1971 dalle menti di Gerry Conway e Roy Thomas.

L’uomo-cosa, il cui vero nome è Ted Sallis scienziato di professione, vive nelle paludi seminole della Florida. Il biochimico, braccato dagli agenti dell’AIM che vogliono assolutamente la formula segreta del suo siero, annega nella palude e si trasforma nall’abominevole creatura a causa di una fortuita combinazione tra la sua formula e gli arcani poteri che la palude stessa possiede. Di fronte ad un qualunque scenario di crimine e di morte, il suo senso di giustizia sarà sempre il solo a prevalere, trasformandolo in un autentico e vero supereroe. Solo in seguito si scoprirà che il farmaco da lui creato, risulta essere il “siero del Super-soldato” che ha dato vita a Captain America.

Nel 2005 è stato prodotto e distribuito direct-to-video un film su The Man-Thing.

Nel 2009 l’azienda americana Sideshow attira nuovamente l’attenzione dei collezionisti di tutto il mondo e ci propone questo ennesimo capolavoro appartenente alla linea Comiquette. La statua, dedicata appunto all’Uomo-Cosa del fumetto, è realizzata completamente in resina e sfoggia numeri decisamente importanti: 47 centimetri di altezza ed un peso di circa 17 chilogrammi rappresentano sicuramente un ‘ottima carta d’identità per questa realizzazione che vanta infine un numero complessivo di copie pari a 300 al mondo.

L’operazione di assemblaggio è piuttosto semplice dal momento che il corpo, proposto in un blocco monolitico, s’inserisce perfettamente nella sede della base ma bisogna necessariamente prestare attenzione per non danneggiare le innumerevoli e fragili protuberanze che sporgono pericolosamente dalla resina principale. Il risultato finale risulta particolarmente piacevole ed esaltante: la creatura esterna tutta la sua iconica mostruosità e si mostra al nostro sguardo con aria minacciosa e particolarmente dinamica.

La base, dalla forma circolare, è forse l’aspetto meno riuscito e meno curato dagli artisti americani. L’ambientazione è ovviamente quella di uno piccolo scorcio della palude nella quale il mostro si muove lentamente creando delle piccole onde dalla forma semicircolare ottimamente riprodotte e scolpite.

La pittura, se paragonata a quella generale della scultura, appare meno curata ma le sfumature sono di ottimo livello e ricreano alla perfezione quell’effetto torbido dell’acqua priva di limpidità e trasparenza. Decisamente criticabile la linea di confine tra la base e gli arti inferiori all’altezza dell’incastro, dal momento che la fessura circolare ci propone purtroppo un piccolo spazio di alcuni millimetri lungo tutto il perimetro delle gambe. Scelta questa sicuramente poco indovinata che può giustamente infastidire e condizionare l’opinione dei più esperti ed attenti collezionisti. Al contrario, la scelta tecnica di sfruttare uno dei piccoli sassi riprodotti nel diorama come bottone per l’accensione degli occhi, è decisamente intelligente. L’eventuale presenza del classico tasto alloggiato lateralmente nella circonferenza della base, avrebbe sicuramente infastidito e danneggiato l’armoniosa regolarità del diorama stesso.

Analizzando la qualità scultorea e pittorica dell’intera resina della mostruosa creatura, risulta decisamente difficile, se non impossibile, tracciare una linea di confine tra tutte le parti che compongono il corpo deforme, dal momento che l’attenzione realizzativa è stata equamente e sapientemente distribuita. Si può tranquillamente affermare pertanto, che la statua è semplicemente un capolavoro assoluto in tutta la sua complessità. Gli scultori non si sono di certo annoiati ed hanno prestato una cura certosina modellando alla perfezione ogni singolo millimetro quadrato della resina che esterna un dettaglio semplicemente pazzesco. La statua necessita infatti di una doverosa ed insistente attenzione da parte di chi la osserva dal momento che risulta particolarmente difficile ed impensabile carpire alla prima analisi, ogni singolo particolare. Le mani gigantesche, incredibilmente dettagliate e la parte superiore delle spalle ricca di arbusti che si protendono verso l’esterno, sono le zone della scultura, che personalmente prediligo e che mi entusiasmano maggiormente. Il dettaglio delle unghie e la rispettiva colorazione sono assolutamente iper-realistiche e lasciano letteralmente “senza fiato”.

Il lavoro di decorazione, complementare a quello scultoreo, decreta infine questa realizzazione tra le migliori di sempre e tra le più suggestive prodotte dalla casa americana. Non esistono infatti difetti né sbavature di colore su tutta la superficie. Il materiale vegetale di cui è composto inspiegabilmente il corpo della creatura, è magistralmente dipinto e le sfumature, particolarmente indovinate e ricercate, lasciano davvero esterrefatti ed attoniti, quasi increduli di fronte ad un livello difficilmente raggiungibile e soprattutto ripetibile.

Il volto, che mai come in questo caso passa sicuramente in secondo piano, è ottimamente realizzato. L’espressione, decisamente minacciosa, cela, nel profondo, uno sguardo piuttosto incredulo  e rassegnato di colui che non potrà più vivere le normalità di una vita umana e comune. Anche in questo caso la scultura è impeccabile descrivendo alla perfezione le rugosità e le irregolarità della pelle, se così la vogliamo definire e la pittura, un “tantino” più trascurata, risulta comunque perfetta e magistralmente sfumata. Lo sguardo della creatura può essere ulteriormente esaltato ed arricchito grazie agli occhi grandi e piatti che si illuminano di un rosso acceso decisamente iconico e suggestivo, se osservata al buio della stanza.

A mio avviso una statua semplicemente perfetta che colpisce sicuramente per la cura realizzativa decisamente maniacale ed avara d’imperfezioni. E’ comunque e purtroppo, una realizzazione di nicchia che si addice agli amanti sfegatati del personaggio. Nel mio caso, come avevo già premesso nella recensione della Premium Format di Hulk, è una scultura che va considerata e classificata come opera d’arte e pertanto da apprezzare per quello che è, non certo per quello che rappresenta, essendo infatti The Man-Thing un supereroe secondario, forse poco conosciuto e poco ammirato.

Buona visione e come al solito tantissime foto!