Diretto da Guglielmo Del Toro, Pacific Rim è un colossal holliwoodiano del 2013, in cui giganteschi mostri alieni minacciano la sopravvivenza dell’umanità; questa per difendersi costruisce la squadra dei Pacific Rim, grandi robots controllati tramite un collegamento neurale che serviranno a combattere la minaccia.

Bandai non si lascia sfuggire l’occasione per fare breccia sul mercato americano, e non solo, proponendo il suo Soul of Chogokin GX-77 Gipsy Danger, uno dei mecha, detti Jaegers, protagonisti della serie.

La foto del mecha, sul nero satinato della scatola, accompagnato da una elegante targa dorata con il nome inciso, presentano il fronte di una confezione particolarmente accattivante, mentre sul retro le immagini raffiguranti le caratteristiche del modello catturano egregiamente l’attenzione del collezionista e/o del potenziale acquirente.

All’interno il robot è protetto da un robusto polistirolo chiuso da un coperchio in plastica trasparente, e due comodi blister ospitano lo stand espositivo e tutti gli accessori.

Farà storcere un pò il naso la mancanza del consueto libretto illustrativo, sostituito da un mediocre e poco esaustivo foglio in bianco e nero piegato in quattro. E’ probabile che la scelta sia stata dettata dal target prettamente americano del prodotto, vista anche la presenza inusuale della lingua inglese tra le istruzioni.

Appena tolto dalla confezione il robots se ne apprezzano subito la solidità e le dimensioni generose (23.5 cm circa di altezza); il peso non indifferente è dato dalla presenza di metallo con cui sono state realizzate alcune parti, tra cui il petto, le cosce, parte delle scarpe, buona parte dello scheletro interno e le articolazioni di spalle, anche, ginocchia e caviglie.

Il design, evidentemente ispirato in parte a Robocop (vedi la corporatura/corazza muscolosa posata su un frame tecnologico), in parte ad Evangelion (vedi le striature dell’addome e la forma del bacino e delle cosce), riproduce esattamente quanto si è apprezzato nella pellicola cinematografica, riportando nel modello le proporzioni e i partcolari.

Sulle spalle e sotto le ascelle andranno agganciati dei pannelli che potranno essere posizionati in modo da accompagnare le movenze delle braccia, grazie ad alcuni snodi.

Il Gipsy Danger fa ampia mostra di se nei numerosissimi dettagli di cui è cosparso praticamente in ogni parte del corpo, sia nella corazza, esterna, ricca di pannellature e parti mobili, sia negli interni visibili in cui meccanismi, tubature e congegni riempiono ogni possibile spazio.

La posabilità non si attesta a livelli eccelsi, ma ha la sua buona funzionalità: la testa può ruotare leggermente sui lati e verso l’alto, ma con una escursione minima; le spalle ruotano liberamente ma si allargano di poco, anche se è davvero lodevole il meccanismo che si vede uscire fuori sotto l’ascella; i gomiti si piegano ottimamente a 180 gradi, senza che si abbiano fastidiosi inestetismi, grazie al sistema di rotazione a vista; i polsi hanno una grande libertà di movimento in tutte le direzioni grazie al doppio meccanismo; il busto compie una leggerissima piega avanti e indietro e una lieve torsione laterale; le anche permettono una grande escursione delle gambe in avanti, tramite l’unico snodo a scatto presente nel modello, mentre l’apertura delle cosce è piuttosto limitata; al minimo sindacale la rotazione sull’asse delle cosce; le ginocchia si piegano quasi a 180 gradi e anche quì senza mostrare punti deboli; infine le caviglie hanno una buona escursione laterale, mentre il piede presenta un doppio snodo dividento il piede in tre parti mobili.

Molto belli gli effetti di movimento dei pannelli pettorali che si muovono mentre ruota la spalla, e di quelli alla coscia che si alzano e abbassano a seconda della posizione del ginocchio; eccellente inoltre il sistema di stantuffi mobili che accompagnano le stesse articolazioni.

Tutti gli snodi sono particolarmente resistenti, rendendo il Gipsy Danger particolarmente stabile.

La dotazione di armi è rappresentata da due coppie di lame (una ritratta e una aperta) che fuoriescono dai polsi del mecha, dopo che gli avambracci si sono aperti grazie ai perni snodati, davvero di grande effetto. Gli stessi avambracci possono essere allungati, oppure sostituiti del tutto con le rispettive versioni a “cannone”, dotato di luce a led e relativo interruttore di on/off.

Anche il grosso rotore al petto si illumina e cambia colore, accendendosi insieme alla visiera e a due piccole aperture alla base del collo.

Infine troviamo nella confezione anche la riproduzione della nave che il robot utilizza in una sequenza del film come arma contro i nemici, in cui la zona della prua è debitamente “ammaccata” per via della presa delle possenti mani del mecha.

Lo stand espositivo appare inconsueto, per via della forma ai lati e del logo frontale realizzato con caratte del tutto diverso dal solito e mancante dei classici kanji giapponesi; evidentemente altro segno del target prettamente americano del prodotto.

Ottimo il sistema che “agguanta” il robot in mezzo alle gambe, assicurandolo saldamente alla base.

In conclusione ci troviamo tra le mani un prodotto di ottima fattura, molto ben rifinito e splendidamente dettagliato, che, seppur limitato nella posabilità, strizza l’occhiolino molto da vicino alla linea Metal Build, della quale avrebbe probabilmente potuto far parte per via di un design sicuramente compatibile, ma che non ne ha preso parte per probabili motivi commerciali.

La qualità e la quantità di dettagli, nonchè la perfezione delle verniciature, rendono questo Bandai Soul of Chogokin GX-77 Gipsy Danger un prodotto comunque eccelso sotto tutti i punti di vista, oltre che fedele alla controparte cinematografica.

Sembra essere solo l’inizio di un filone che potrebbe essere più o meno lungo, ma che comunque sembra promettere ottimi prodotti.
Nome: GX-77 Gipsy Danger – Soul of Chogokin
Produzione: Bandai
Scala:
Anno di pubblicazione: 2018 (Febbraio)
Tiratura: Standard
Prezzo di listino: 27.000 yen

Pro:
– fedelissimo anche nei dettagli;
– solido e stabile;
– verniciature perfette;
– buona posabilità;

Contro:
– alcune articolazioni sembrano fin troppo resistenti

Voto Finale: 9/10