Sabato 18 Aprile 2015 è stato organizzato da Labirinto Shop di Modena un incontro/aperitivo con il giovane disegnatore Marvel Mario del Pennino. L’occasione era particolarmente ghiotta per due motivi, il primo perchè non si rifiuta mai un aperitivo sotto un gazebo con quella bella temperatura primaverile, il secondo perchè l’evento cadeva in concomitanza con l’uscita nelle fumetterie italiane dell’albo che conclude la miniserie dedicata alla morte di Wolverine, dove il nostro ha partecipato realizzando le dieci pagine contenenti il flashback in cui Ciclope ricorda il rissoso canadese.

A parte qualche piccola avversità, come il contrattempo di Mario con l’impaginazione di una copertina per Marvel Italia e il maltempo, che ha sostituito la sperata bella temperatura primaverile, che tentava di far spiccare il volo al gazebo, l’evento si è tenuto lo stesso con successo. Abbiamo così avuto l’opportunità di conoscere l’artista e scambiarci due chiacchiere, chiacchiere che siamo ben felici di condividere con voi, con un po’ di ritardo dovuto all’aggiornamento del nostro sito.

ITAKON: Per cominciare volevo ringraziarti per la tua disponibilità. Comincio con il presentarti così vediamo se ho fatto bene i compiti: classe 1985, laureato in Design della Comunicazione al Politecnico di Milano, ti sei poi specializzato alla Scuola di Comics di Reggio Emilia. Nonostante la giovane età hai già un curriculum di tutto rispetto: Crazy Camper, Bookmaker Comics, Zenescope Entertainment e Marvel.
A quando il primo panel al Comicon di San Diego? Battuta pessima, pero’ ci farebbe davvero molto piacere vederti, che so, alla prossima Lucca.

MARIO: Grazie a voi per l’intervista, poi ti confermo che hai fatto bene i compiti e le informazioni sul mio curriculum sono esatte! E per precisare, sto provando ad ottenere il tavolo in artist alley al New York Comicon di quest’anno e punto ad essere anche a Lucca…

I: La prima domanda immagino sarà molto originale, spulciando qua e là ho letto che sei sempre stato un fan di Wolverine: come ci si sente ad uccidere i propri idoli?

M: Per quanto riguarda Wolverine, al di là che io ho preso parte marginalmente alle vicende della sua morte, devo dire che sono stato molto onorato di mettere mano ad un momento di riflessione intimo sul rapporto di Ciclope – Logan, che è una di quelle cose che bene o male, ci ha coinvolti tutti. Senza voler andare troppo nel profondo della continuity degli X-men, che i due mutanti più carismatici abbiano sempre avuto una convivenza particolare emerge molto bene anche dai film, fonte nota a credo chiunque possa apprezzare minimamente i supereroi. Per cui riuscire a disegnare questo momento di addio da parte di Scott è stato davvero affascinante.

I: Nelle chiacchiere con il pubblico che ho captato durante l’aperitivo ti ho sentito descrivere come funziona il dietro le quinte di una grande casa come Marvel e mi ha molto incuriosito, soprattutto quando hai accennato riguardo alla libertà di espressione che ti lasciano. Varia molto da uno sceneggiatore all’altro?

M:
La libertà di espressione, che vuol dire poi soprattutto libertà nella costruzione della tavola e nella regia delle vignette, in effetti cambia molto da sceneggiatore a sceneggiatore. C’è chi descrive minuziosamente come deve essere la scena in ogni dettaglio e cura anche la scenografia attorno ai personaggi oggetto per oggetto (storicamente le sceneggiature di Alan Moore) e chi invece si limita a descrivere i personaggi in scena, magari accennando le loro pose o espressioni. Ovviamente non c’è un giusto o uno sbagliato, è una questione di stile di scrittura e di lavoro. La cosa che secondo me è importante è che ci possa sempre essere un dialogo, per cui, a prescindere dallo stile dello sceneggiatore, se il disegnatore ha cambiamenti da suggerire, ci possa essere un confronto costruttivo.

 

I: Mi sembra d’aver capito che il formato digitale è molto meno diffuso di quanto si possa credere. Pensi che la situazione sia destinata a rimanere tale o a cambiare in un futuro neanche troppo remoto? In meglio o in peggio? Nel senso che ti preoccupa più la facilità con cui il prodotto digitale può sfuggire alle regole editoriali della distribuzione, oppure ti attirano le potenzialità che mette a disposizione degli artisti?

M: Non ho i numeri del mercato digitale americano, ma ad oggi ha un suo peso. Sicuramente in Italia siamo indietro di diversi anni, ma non è una novità! Credo, come accennavo durante l’incontro, che il supporto digitale possa rappresentare un mezzo potentissimo per la diffusione di fumetti e in generale opere che potranno muoversi libere dalle logiche del mercato tradizionale e degli editori. Ovviamente ho grande fiducia in questo e sono convinto sia una risorsa fondamentale. Spero che questa realtà sviluppi le sue potenzialità, non per scardinare le grandi realtà esistenti (cosa che non mi auguro nemmeno) ma per dare spazio in più ad idee che per ora non riescono a trovare posto nei piani editoriali attuali.

I: La sezione seria direi che si possa concludere qui, ora scateno il nerd. Conosci i prodotti di cui ci occupiamo nel nostro sito (action figures, statue, giocattoli, robot, dolls), hai qualche collezione in proposito? Mi sembra di aver capito che sei un appassionato di Warhammer esatto?

M: Si, sono appassionato di Warhammer, più per l’ambientazione e l’universo che hanno creato (nel quale ogni tanto ci troviamo con i miei amici a giocare di ruolo) che per il gioco da tavolo tradizionale. Ammetto che la magnificenza delle miniature ha ogni volta l’effetto di quelle luce blu contro le zanzare, ma ho imparato a starci lontano per non bruciarmi ulteriormente! Il gioco di miniature è una realtà complessa e che per essere gestito ha bisogno di un gran numero di energie. Ho giocato per un anno ma al cambio di edizione sono rimasto bloccato e ho lasciato perdere. Però Warhammer ha sempre il suo fascino!

I: Guerre Stellari o Star Trek?

M: Guerre stellari! Ovviamente una questione affettiva dal momento che sono cresciuto con la vecchia trilogia mentre, senza nessun motivo particolare, non ho mai davvero approcciato l’universo di Star Trek. Ho guardato i film e riguardo le avventure dell’Enterprise, sia quelli nuovi che quelli vecchi e non li disdegno affatto… ma l’effetto che ha il sentire la marcia imperiale o il suono di una spada laser è qualcosa che va al di là del semplice “bello”. Star Wars tutta la vita!

I: Cartoons o Anime?

M: Trovo che alcuni anime siano davvero bellissimi e che, in generale, abbiano avuto modo di spaziare di più nei generi e approfondire i temi che trattano con maggiore maturità, spesso dovuta anche alla lunghezza delle serie. Trovo che molti anime siano opere d’arte (su tutti Cowboy Bebop). Sebbene, nella sterminata produzione nipponica, ci sia ovviamente anche un grandissimo numero di titoli assolutamente trascurabili.

I: Comics o Manga? (Sappi che dopo aver definito opera d’arte Cowboy Bebop puoi rispondere qualsiasi cosa)

M: Stessa cosa per la carta stampata. Il comics americano supereroisitico classico ha, a mio avviso, il difetto di protarsi da quasi 70 anni, cosa che metterebbe in crisi qualsiasi sceneggiatore. La formula della serie “breve” dei manga secondo me rende le situazioni più gestibili. Poi ovviamente il mercato del comics comprende, soprattutto oggi, una vastità di titoli che copre ogni tipo di pubblicazione. Forse i due tipi di mercato si sono avvicinati, almeno concettualmente. Direi comunque comics, anche solo per una questione di maggiore conoscenza del mercato dovuta al mio lavoro.

I: Statue o Action Figures?

M: Sulle statue o action figures invece, sono piuttosto ignorante. Mi piace vederle e studiarle in fiera o quando le vedo esposte, ma non hanno mai scatenato in me la brama di un fumetto o di un manuale di gioco di ruolo. Le trovo bellissime, ma non ho mai voluto approfondire l’argomento anche per cercare di risparmiare al mio portafoglio l’ennesimo salasso! So che potrebbe essere un tunnel che, una volta imboccato, si rivela senza uscita.

I: Strano, perchè dalla tua risposta sembreresti un collezionista di lungo corso. Ti ringrazio ancora per la tua disponibilità, ti faccio un grandissimo in bocca al lupo per il New York Comicon, per la tua carriera e spero davvero ti poterti stressare di nuovo a Lucca.

M: Grazie a voi!

Un ringraziamento anche ad Andrea Palmieri di Labirinto Shop per averci ospitato, sopportato e ripreso continuamente per la posizione errata del flash!