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Dopo l’ottima sortita che CM’S ha avuto con la realizzazione del BG-39 Boss Palder (Astrorobot), le aspettative per il successivo gokin erano molto alte tra gli appassionati italiani, sia per il soggetto proposto, il mitico Grendizer (Goldrake), sia per la crescita tecnica che la ditta aveva dimostrato nelle soluzioni ingegneristiche adottate sull’ultimo progetto. Purtroppo però, la delusione ha avuto il sopravvento quando ogni utente ha toccato con mano la propria copia del robot… Ma vediamo nel dettaglio cosa CM’s ha proposto in questo articolo.

La scatola presenta già alcune anomalie, probabilmente frutto di una progettazione approssimativa e un lancio sul mercato frettoloso: il polistirolo interno, infatti, presenta delle sagome non utilizzate (le ali del disco inserite?), come anche le dimensioni eccessive della scatola stessa non sembrano affatto ottimizzate rispetto al contenuto. Inoltre, appena tirato fuori il blocco di polistirolo e rimosso il coperchio, molti pezzi li troviamo sparsi per la confezione, ben lontani dagli alloggiamenti previsti, aumentando così di molto la possibilità di graffi e danneggiamenti. La copia recensita per fortuna non aveva nulla di rotto. Un piccolo aiuto è dato comunque dalle buste di plastica che ricoprono quasi tutti i pezzi, compreso il robot e il disco.

A giudicare dalle prime immagini del prototipo, sembrava che lo sculpt, per quanto riguarda forma e dimensioni, fosse ottimo come finora non si era visto in nessun’altra riproduzione, aumentando l’attesa e l’entusiasmo. Estratto il robot in effetti, almeno in tal senso, non ci sono state sorprese, nel bene e nel male: la testa è molto precisa e fedele, il busto ha le giuste forme da tutte le angolazioni e la lunghezza degli arti è perfetta.

Peccato per le mani che, a parte la coppia di pugni chiusi, risultano essere troppo grandi, unica sproporzione del modello. Le gambe, in particolare gli stinchi, forse avrebbero dovuto essere un po’ meno esili, ma non è un particolare di grande rilievo e rappresenta sicuramente un compromesso causato dall’inserimento nel disco.

Ma cominciano ora le note dolenti: in primis la colorazione. Per quanto fedele, rappresenta un dispiacere per gli appassionati, come mai era successo prima in casa CM’S! Finora un aspetto su cui si poteva fare affidamento al 100% era proprio la verniciatura, su cui la ditta non aveva mai avuto problemi anzi, al contrario, era stata finora la migliore delle sue qualità!

Nel BG-40 purtroppo l’approssimazione regna sovrana: sbavature, scrostature, strati troppo sottili di vernice impazzano un po’ ovunque e trovare una copia accettabile risulta essere davvero una lotteria. Nella copia recensita troviamo delle bolle evidenti sulle corna, delle macchie scure sulla nuca, una scrostatura sul bicipite sinistro e un’altra sulla caviglia, una colorazione molto approssimativa dei magli e vari puntini e imperfezioni minori. Tutto sommato poca cosa rispetto a quanto si è visto circolare in rete su moltissime copie.

I materiali utilizzati mostrano altrettanti limiti, nonostante la quantità di zama sia più che buona: la troviamo infatti interamente nel busto, negli stinchi, nei piedi e nei bicipiti, oltre che nelle articolazioni principali.

Purtroppo però la qualità delle plastiche è davvero scadente, soprattutto quella delle cosce che, oltre ad avere la classica vite che ne tiene insieme le due metà, presenta gravi sbavature di colla aggiunta, segno che la sola vite non avrebbe retto probabilmente a causa della mescola utilizzata, che sembra essere troppo morbida. Il risultato è che non si possono smontare certe parti, come di solito è possibile fare nei gokin,nel caso in cui qualcuno volesse personalizzarli o semplicemente fosse necessaria una riparazione.

L’assemblaggio generale sembra soffrire di frettolosità e approssimazione, come si vede per altro dalla vite a vista sul lato del collo, andando a danneggiare l’aspetto estetico del tutto, visto che non può essere mascherato dai classici tappini, purtroppo non inclusi nella confezione.

La posabilità sembrava essere un altro punto a favore e invece è un altro autogol: la testa ha una discreta escursione in tutte le direzioni, ma il collo non ne regge bene il peso per via di un attrito praticamente inesistente, per cui si tratta di riuscire a trovare una posizione di equilibrio per evitare di vedere penzolare la testa troppo in avanti o peggio ancora all’indietro… l’escursione all’indietro, a proposito, non è sufficiente alla resa una volta inserito nel disco.

Il busto è snodato a metà, anche se offre poca escursione mentre le spalle possono essere estratte offrendo un’ottima posabilità; peccato che non sia possibile unirle al busto, restando sempre e comunque leggermente “staccate”. Inoltre l’articolazione stessa sembra essere molto delicata ed è bene non gingillarci troppo.  Il sistema ad estrazione delle anche, che non trasmette esattamente l’idea di solidità, permette di muoverle entro un piccolo raggio d’azione, anche se normalmente si penserebbe il contrario.

Le ginocchia a scatto sono stabili e ben fatte, mentre le caviglie possono essere posizionate discretamente anche senza essere estratte (ma l’estrazione penalizza l’estetica). Sfregano però con lo stinco, facendo inevitabilmente saltare la vernice. Infine la coppia di mani articolate in dotazione sono morbide e tendono ad incollarsi, rischiando facili rotture sulle parti che compongono le dita.

Le armi in dotazione includono i magli perforanti (ottenibili ribaltando dagli avambracci e utilizzando la coppia di pugni appositi) e la famosa alabarda spaziale, davvero troppo piccola ed esile rispetto al modello e molto difficile da inserire nei pugni, con conseguente rischio di rottura. I magli articolati richiudibili, non presenti tra le foto hanno una colorazione rossa sbavata e sbiadita.

Il disco spaziale è discretamente realizzato, anche se sembra essere un pò troppo schiacciato nella parte inferiore: ha le ali e il piccolo disco centrale sul ventre in metallo e una buona colorazione. Anche questo però non è esente da macchie e sbavature. Alcune copie mancano addirittura di vernice in alcune parti!

Nella presente recensione non è stato possibile inserire il robot all’interno del disco, poichè l’apertura di quest’ultimo, oltre ad essere particolarmente macchinosa, presenta un rischio di rotture molto alto: si è tentato disperatamente di aprire la zona anteriore e richiuderla all’interno come illustrato dalle istruzioni, ma l’unico risultato ottenuto è stata la fuoriuscita dalla guida di uno dei perni preposti e conseguente “sudata fredda” nel disperato tentativo di rimettere le cose a posto.

La presenza dei missili perforanti e delle lame rotanti è una nota positiva, almeno per quel che riguarda le seconde, ben realizzate, mentre i primi non possono essere inseriti nell’apposita sede alare se in configurazione da lancio.

L’idea del pilota che si intravede dal cockpit del disco e/o del muso del robot è interessante, poichè un meccanismo apposito fa si che questi si veda o si nasconda a seconda che il robot sia inserito nel disco e che la posizione della testa sia all’indietro; purtroppo ciò che dovrebbe essere il pilota appare come una macchia rossa attraverso la plastica trasparente.

In conclusione la CM’S ha sviluppato un prodotto con molti difetti, deludendo gli appassionati, specialmente quelli italiani e francesi, che erano sicuramente il target maggiore del prodotto. La ditta non è nuova a sorprese negative e le sue produzioni sono sempre molto altalentanti, ma se finora aveva mostrato solo carenze progettuali, questa volta ha mostrato approssimazioni di ogni genere: dalle vernici, ai materiali, all’assemblaggio.

Tuttavia la figura statica in vetrina resta comunque un bel vedere e le dimensioni generose del disco sono di forte impatto. Ma il prezzo elevato ne fanno un prodotto poco appetibile, vista anche la concorrenza di diversi altri prodotti di qualità e dal prezzo molto più abbordabile.

Consigliato solo a chi vuole tutte le rappresentazioni del Grendizer e a chi non può fare a meno di una versione gokin di dimensioni generose.

Nome: Grendizer – Brave Gokin 40
Produzione: CM’S
Scala: non in scala
Anno di pubblicazione: 2013
Tiratura: Standard
Prezzo di listino: nd

Pro:

– sculpt;

– dimensioni;

– colori utilizzati;

– molto metallo;

Contro:

– qualità delle vernici e precisione della colorazione di basso livello;

– articolazioni delicate e sbavature anche di colla;

– materiali plastici scadenti;

– inserimento nel disco macchinoso e delicato;

– alabarda troppo piccola, mani troppo grandi e alcuni gadget discutibili;

Voto Finale: 5/10