Serie del 1997, Yuusha Ou GaoGaiGar ha avuto un grande riscontro nel paese del Sol Levante, al punto che diverse aziende si sono mosse per la riproduzione del mecha, particolarmente complesso nella parte ingegneristica a causa dei suoi svariati componenti e trasformazioni.

Oggi analizziamo quanto realizzato da Bandai in tal senso, nella linea Soul of Chogokin, all’uscita numerata come GX-68. Senza ombra di dubbio una delle nostre recensioni piu’ complesse e faticose, visto la complessita’ del progetto e la quantita’ di elementi da valutare.

Nonostante le dimensioni del robot, la scatola non e’ particolarmente imponente; lo spazio all’interno e’ ottimizzato al massimo e tutti i pezzi sono imbustati e ben protetti dal polistirolo. Notiamo che l’azienda giapponeseha posto grande attenzione anche nell’imballaggio, incidendo sul retro addirittura il nome del modello. Andiamo ad estrarre tutti i pezzi per poi discuterlidi seguito per voi.

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Galeon

Il leone meccanico della serie vanta una discreta posabilita’, una buona presenza di metallo e, soprattutto, un dettaglio incredibile di pannelli che riproducono in maniera maniacale quanto visto nell’anime.

Le zampe sono ben articolate ed e’ possibile realizzare la posa che piu’ ci aggrada, anche se va sottolineata l’eccessiva resistenza di alcune giunture, in particolare quelle delle spalle, che costringe l’uso di una forza esageratae trasmette la sensazione di poterle rompere. Fortunatamente per il tutto ben solido e resistente.

Come spesso succede neileoni trasformabili (vedi Daltanious), anche questo soffre un po’ di micro-collo, cosa che rende la figura un po’ tozza, ma tutto sommato non si discosta moltissimo dalla controparte animata ed e’ il compromesso necessario alla trasformazione

GaiGar

Il leoncino, appunto, si trasforma e come al solito in questo Bandai e’ una garanzia. Infatti il tutto avviene in maniera quasi naturale e non possiamo che apprezzare il lavoro svolto dagli ingegneri.

Le articolazioni, essendo le stesse del Galeon, offrono ampio spazio alla fantasia, permettendo le pose piu’ audaci. Unica pecca e’ la poca resistenza offerta dalle caviglie, sempre un punto debole dei gokin, qui particolarmente evidente, almeno nella copia in nostro possesso.

Sono presenti varie coppie di mani, compresa quella con dita articolate, di cui non e’ chiara l’utilita’, dato che non ci sono armi da impugnare.

Da notare il dettaglio incredibile del volto, presente sia in versione con la bocca chiusa, che con la bocca aperta.

Il metallo lo troviamo nelle cosce, in parte del busto e nelle articolazioni di spalle e bacino e, viste le dimensioni generose della figura, il peso totale e’ abbastanza appagante. Contrariamente al Galeon, il GaiGar risulta molto ben slanciato e possente e anche lui ben rappresenta quanto visto nel cartone.

Gao Machines

Lo Stealth

Una sorpresa inaspettata e’ stato quel grosso pezzo di plastica nero-satinata presente nella scatola: ebbene, la quantita’ e la qualita’ dei dettagli presenti fa si che persino un oggetto tanto semplice abbia il suo grande fascino: a partire dalla plastica trasparente sui finestrini che mostrano l’interno del cockpit, proseguendo per le varie pannellature, troviamo anche delle paratie mobili apribili, molto simili alle pettorine gialle del Gundam RX-78 (per chi conosce i model kit Bandai…), e addirittura dei flap posizionabili sulle ali! E ancora sulla base troviamo i portelli richiudibili da cui si estraggono i pioli che reggono gli avambracci del GaoGaiGar. Per finire, sempre sulla base, il grande portellone che si ripiega all’interno per agganciarsi alla schiena del robot nella final fusion, realizzato in maniera incredibile.

Il tutto da esporre con l’elegante basetta in dotazione. Manca un carrello estraibile per poter poggiare direttamente a terra il velivolo, ma di fatto non se ne sente pi di tanto la mancanza.

Il Treno

Nella confezione lo troviamo diviso in due parti, piuttosto pesanti per via della presenza di parecchio metallo all’interno, che altro non sono che le spalle del GaoGaiGar. Si uniscono grazie ad un accessorio apposito che ne permette anche la piega laterale, come se attraverssasse la parte curva di un binario.

Ancora una volta dettaglio alle stelle: cockpit anche qui trasparente, finestrini precisi, ruote funzionanti e livrea molto elegante, anche se, ovviamente, si tratta probabilmente del componente meno affascinante della scatola, nonostante i suoi pregi.

Il Cingolato

Quello che forma le gambe del GaoGaiGar e’ un robusto e massiccio “trattore” con tanto di cingoli funzionanti (in plastica e non in gomma, nella speranza che non facciano la fine di molti del GX-06…) e trivelle rotanti. E’molto pesante per via della grande quantita’ di metallo presente nella zona posteriore e anche questo ci stupisce per il dettaglio, con calotte trasparenti e una notevolissima quantita’ di pannellature.

Molto curata la realizzazione degli avambracci/motori dello Stealth, che all’interno racchiudono i pugni del GaoGaiGar: togliendone i tappi e spingendo dal posteriore con il perno di plastica incluso nella confezione, e’ possibile far fuoriuscire i pugni stessi mentre ruotano, grazie ad un congegno a vite.

Combinazioni

Prima di effettuare la famosa “final fusion”, e’ possibile giocherellare con il modello per ottenere alcune curiose combinazioni viste nell’anime, con semplici ma efficaci passaggi:

Il Treno puo’ essere trasportato dallo Stealth:

Anche il GaiGar puo’ essere agganciato allo Stealthe mantenuto da quest’ultimo in sospensione:

Infine le due parti che compongono il Cingolato possono essere agganciate alle braccia del GaiGar, che puo’ quindi utilizzarle come gigantesche trivelle:

Quest’ultima combinazione puo’ ulteriormente essere agganciata allo Stealth, ma noi ne sconsigliamo la pratica, per via del peso eccessivo che conseguentemente grava sul piedistallo.

Final Fusion

Naturalmente la peculiarita’ del modello e’ la traformazione finale, cioe’ la combinazione di tutti i componenti per formare il gigantesco GaoGaiGar. Il processo nel complesso e’ abbastanza semplice, se non in alcuni passaggi finali.

L’innesto dei piedi e’ molto semplice e immediato: un click garantisce la presa dello stinco al ginocchio, anche se consigliamo caldamente di tenere sempre una mano sotto la pianta dei piedi quando si sposta il robot.

Poi bisogna preparare le spalle all’inserimento del Treno e, come al solito, e’ d’obbligo seguire passo passo il manuale in dotazione. Quest’ultimodeveessere inserito obbligatoriamente in un senso altrimenti non si allinea, dopo di che la testa ne blocca la posizione. Contrariamente a quanto possa sembrare, lo stesso treno, una volta agganciato e una volta allargate le articolazioni, risulta essere solido quanto basta, per poter reggere le braccia e far si che queste possano essere liberamente e ampiamente snodate. La sensazione di solidita’ e maneggevolezza e’ davvero inaspettata.

Il passaggio piu’ ostico ci e’ parso l’agganciamento dello Stealth alla schiena del robot, operazione che richiede la massima attenzione e precisione, dato che le parti da allineare sono diverse, ma ancora una volta, appena conclusa l’operazione, tutto sembra solido ed efficace.

Particolarmente delicata l’operazione di allineamento e agganciamento della criniera del leone che dal corpo dello Stealth si attaccaal muso del felino. Ancora una volta manuale alla mano!

Poi bisogna allineare le braccia agli avambracci e tirarli verso l’alto, cosa che fara’ fuoriuscire i pugni mentre al contempo ruotano, grazie al meccanismo a vite. Allo stesso tempo fara’ sganciare gli avambracci stessi dal corpo dello Stealth.

Infine va inserito il casco sulla testa del GaiGar: il braccio che lo sostiene e’ snodato in piu’ punti, per permettere la mobilita’ della testa, ma consigliamo di sgnaciarlo alla base dello Stealth per ottenere agevolmente le posizioni desiderate, per poi riagganciarlo.

Il GaoGaiGar e’ davvero imponente, grazie ai suoi quasi 30 cm di altezza, ma anche alla sua larghezza, e nonostante tutto riesce ad avere una posabilita’ eccelsa: come anticipato in precedenza, le spalle offrono ampia varieta’ di movimenti praticamente a 360 gradi; il bacino e’ ovviamente limitato per via delle ali; le anche hanno la stessa mobilita’ del GaiGar; le ginocchia, a scatto, si piegano a 90 gradi; le caviglie, che presentano un leggero vuoto con lo stinco, si piegano in maniera piu’ che accetabile; infine da segnalare la presenza di un’unica coppia di mani con dita snodate.

Naturalmente anche dopo la final fusion e’ possibile apprezzare una quantita’ di dettagli davvero impressionante.

Le Armi

Le armi in dotazione sono davvero poche, potremmo dire proprio due: il doppio maglio, detto Inferno-e-Paradiso, possibile grazie alla presenza dei pugni uniti, e il mega-cacciavite che si aggancia al braccio, capace di generale infernali buchi neri. Notare la presenza di un dispositivo a molla nella zona degli stantuffi del cacciavite che ne permette un leggero movimento su e giu’.

C’e’ poco da aggiungere, dato che Bandai ha palesemente dimostrato di aver profuso un grande impegno nella realizzazione di questo ennesimo Soul of Chogokin, ottenendo un risultato praticamente perfetto, sotto tutti i punti di vista. Dalla verniciatura priva di imperfezioni, alla quantita’ esagerata di dettaglio, alla tecnica ingegneristica senza falle, alla solidita’ del soggetto finale e dei singoli componenti.

Sicuramentela miglior riproduzione del GaoGaiGar in circolazione, questo GX-68 non puo’ mancare in ogni collezione che si rispettie si indirizzasia agli amanti della serie, sia ai collezionisti di robot. Consigliatissimo.

 

Nome: GX-68 GaoGaiGar – Soul of Chogokin
Produzione: Bandai
Scala: non in scala
Anno di pubblicazione: 2015
Tiratura: Standard
Prezzo di listino:30.000 yen

Pro:
– bestione immenso e solido;
– posabilissimo;
– trasformazioni e combinazioni eccellenti;
– dettagli esagerati;

Contro:
– alcune articolazioni troppo resistenti;

Voto Finale: 9.5/10