Il fenomeno dei bootleg, tra i temi più cari allo staff di itakon.it affinchè i propri lettori non cadano nella trappola dei falsi, è purtroppo in continua espansione, tant’è che quotidianamente si assiste sia sulla rete che presso negozi fisici o eventi ad una vera e propria invasione di queste mere copie non autorizzate che minano la crescita sana e luminosa dei prodotti originali.

A tal proposito alla rubrica AntiBootleg di itakon.it, che vanta ormai numerosi articoli, si va ad aggiungere il presente testo, che ricoprirà il ruolo di articolo “madre” dell’intero ciclo di speciali dedicati al settore, grazie ad una serie d’informazioni generiche e applicabili in tutti i campi del settore.

1) GLI STICKER

Gli sticker sono indubbiamente l’elemento distintivo più conosciuto, poichè permettono teoricamente di riconoscere un prodotto originale grazie alla loro presenza.
Questi piccoli adesivi, di diverse forme e dimensioni, sono il più delle volte dei loghi delle ditte che possiedono i diritti del titolo da cui è tratto l’articolo riprodotto (videogioco, anime, manga, lungometraggio ecc…).
Nel corso degli anni le ditte hanno rinnovato i propri sticker per scongiurare la possibilità che potessere essere falsificati, aggiungendo elementi di difficile riproduzione come effetti olografici o differenti colorazioni.
Tuttavia vi sono ancora oggi molti adesivi realizzati con processi molto semplici (come quelli ASCII Mediaworks o MediaFactory), e quindi facilmente falsificabili.
Fortunatamente sembra che i produttori di bootleg non siano sempre interessati a cimentarsi in tale produzione, anche perchè spesso chi acquista un falso ha poca esperienza, e quindi come non fa caso alla qualità scadente del prodotto non sa nemmeno dell’esistenza degli sticker.
Tuttavia alcuni di questi, come il noto logo Toei Animation, hanno subito delle contraffazioni.
Gli sticker sono a tutti gli effetti un elemento da prendere con le pinze, anche perchè la loro principale funzione è spesso relegata all’identificazione dell’origine del prodotto, aiutando sì, ma solo in parte, lo smascheramento di un bootleg.

Passando al lato pratico, quelli che seguono sono alcuni degli sticker più diffusi attualmente:

Esistono molti altri sticker così come molte altre ditte che possiedono i diritti di riproduzione, quindi le immagini precedenti sono solo un asseggio.
Ricordiamo inoltre un dettaglio molto importante: i prodotti distribuiti in Giappone o nelle altre parti del mondo provengono tutte dalla stessa fabbrica; pertanto un prodotto che reca, per esempio, il bollino TOEI Oro sarà del tutto identico ad uno col bollino TOEI Argento o a uno senza bollino ma con adesivo dell’importatore, poichè questi sono solo degli elementi distintivi per identificare l’area di distribuzione, ma la produzione è assolutamente identica, pertanto non determina una minore o maggiore qualità (e valore) del prodotto.

In Giappone le ditte distribuiscono direttamente, e di conseguenza le loro confezioni hanno come segno distintivo l’adesivo esclusivo della casa proprietaria dei diritti di riproduzione.
Nel resto del mondo dei distributori autorizzati si occupano di rifornire i negozianti non giapponesi, e per coprire uno spazio ampio come il mondo intero ovviamente non si fa riferimento ad una sola compagnia.
Ogni distributore applica di norma il proprio adesivo sul fondo o retro del box, solitamente vicino al codice a barre, con il proprio logo (Abysse Corp, AAA Anime, Cosmic Group ecc…), attestandone l’originalità.

Di norma, contestualmente all’adesivo del fornitore, non è presente lo sticker applicato invece sui prodotti diffusi in Giappone, ma questa non è una regola fissa, perchè alcune ditte l’applicano praticamente sempre (per esempio Gainax), altre saltuariamente (Kadokawa Shoten), altre ne adottano di differenti colorazioni in base alla zona di distribuzione (Toei Animation), altre ancora per niente. Inoltre negli ultimi tempi è apparso uno sticker “Sales Outside Japan Only” su alcuni prodotti d’importazione estera, che potrebbe aiutare ulteriormente ad identificare articoli ufficiali, ottenibili dai distributori autorizzati.
L’unico sticker che troverete sempre e in ogni occasione è quello olografico JP Genuine Product, che però è presente solo sui prodotti di fascia alta (Alter, Good Smile Company, Max Factory ecc…) e quasi esclusivamente sui prodotti statici o di grandi dimensioni (niente action figures, nendoroid, figma ecc… ) o in relazione alle ditte (solitamente i Nendoroid prodotti da Max Factory hanno lo sticker JP Genuine Product, quelli di Good Smile Company no).

Pertanto questo elemento è fortemente distintivo, ma relegato solo ad una cerchia di prodotti e utilizzato solo da alcune ditte.

Invece per quanto riguarda articoli con corso PRIZE gli sticker sono quasi sempre assenti, e vengono stampati direttamente sulle confezioni per una questione di risparmio (essendo prodotti molto economici).
A volte può capitare che vi siano, come in vecchie pubblicazioni SEGA legate all’universo GAINAX o Kadokawa Shoten, o a recenti uscite legate ad ASCII Mediaworks, ma in linea di massima una PRIZE figure non ha questo elemento.

Tirando le somme gli sticker sono elementi importanti e fortemente distintivi, ma la loro utilità è relegata soprattutto all’identificazione dell’origine del prodotto (importazione diretta giapponese o estera), che ricordiamo essere identica, solo distribuita con maggiore o minore velocità, ma fabbricato negli stessi stabilimenti allo stesso momento.

 

2) LE FIGURES

Nel 90% dei casi un bootleg è riconoscibile senza fare appello alla confezione o agli sticker, ma un occhio poco allenato o un collezionista alle prese con i suoi primi acquisti può facilmente commettere un errore e ritrovarsi con un articolo contraffatto.
Chiariamo subito che i bootleg possono essere il frutto di un recast (stampo ottenuto utilizzando un esemplare originale come calco per la matrice) o di una matrice originale (o ottenuta come calco da una originale).

Senza addentrarsi troppo nelle questioni legali della seconda opzione, il che vorrebbe dire capire come le matrici possano uscire dalle fabbriche senza essere scoperte (lasciamo alle forze dell’ordine interessate il compito di occuparsene), si comprende bene come la prima opzione possa essere soggetta a forti elementi che ne determinino il riconoscimento.
Innanzitutto la possibilità di riscontrare grosse croste sulle parti più sottili, perchè un recast viene realizzato con materiale duttile, quindi le nuove matrici saranno meno precise di quelle originali. Per quanto i bootleggers potranno impegnarsi nel ripulire al meglio i prodotti, si noteranno delle imperfezioni, delle differenze nell’angolazione di capo, braccia, gambe o chioma rispetto all’originale, e alcuni errori grossolani nella colata di stampa.
Spesso capita infatti che, nel caso di statiche con due perni sulla base, uno dei due piedi non combaci col rispettivo posizionamento sul supporto, proprio a causa di quanto descritto.
A tal proposito, infatti, a volte le basi dei bootleg sono differenti rispetto a quelle degli originali.

Un bootleg ottenuto da una matrice originale può essere molto pericoloso, poichè la colata di pvc potrebbe presentare meno imprecisioni del previsto. In questo caso bisogna fare appello al proprio occhio e cogliere tutte quelle differenze o quelle imprecisioni di verniciatura che in qualche modo attirino l’attenzione: elementi decorativi imprecisi, finitura lucida della pelle, eventuali decal di qualità scadente, occhi strabici o con angolazione anomala ecc…

Ricordiamo inoltre che il materiale utilizzato per la colata non è qualitativamente buono come quello dei prodotti originali, e solitamente l’impasto è lo stesso per ogni parte (mentre le ditte ufficiali utilizzano mescole diverse in zone diverse). Quindi capiterà che i capelli siano troppo spessi in presenza delle ciocche più sottili o che le figures pendano poichè la colata uniforme non rispetta lo studio del baricentro svolto dalla ditta originale.
Se vedete una figure di ditte importanti come Alter o Max Factory con veri e propri salsicciotti al posto dei ciuffi dei capelli o emulare le gesta di Micheal Jackson in “Moonwalker” ponetevi la fatidica domanda: “sarà originale?”.

 

3) QUALITA’ DEI MATERIALI

Come spiegato nel punto precedente, il materiale utilizzato è decisamente più scadente, quindi più economico e soggetto ad evidenti difformità rispetto agli originali.
Questo vale sia per il PVC utilizzato per la colata di stampa che per le vernici, che non dovendo passare test per la certificazione sono spesso tossiche o di natura sconosciuta.
A tal proposito prestate attenzione ai seguenti step:

a) l’odore: mentre i materiali originali hanno un odore forte ma non fastidioso, quello dei bootleg è intenso e pungente, capace di appestare una camera in pochi minuti dopo aver estratto il prodotto dalla confezione. Ovviamente un bootleg acquistato senza box avrà perso gran parte del cattivo odore originale, ma confrontando “a naso” un articolo ufficiale e un bootleg non vi sarà difficile identificare quale dei due è contraffatto;

b) finitura oleosa: tutti i prodotti stampati in una matrice, appena estratti, sono caratterizzati da una patina oleosa, che impedisce al PVC di attaccarsi agli stampi. Questa ovviamente viene rimossa in fase di produzione con numerosi lavaggi e trattamenti, ma un bootleg non gode di tanta attenzione, e quindi il lubrificante col tempo potrebbe trasudare dalla figure e passare attraverso la vernice, dando quell’effetto “sudato e lucido” che caratterizza i falsi;

c) trasparenze: come molti di voi sanno esistono ormai numerose figures realizzate con parti trasparenti, per lo più ciocche dei capelli o parti di abiti assai particolari, ma anche le classiche basette di statiche, nendoroid, figma ecc…
Spesso il materiale utilizzato o è troppo trasparente o non lo è quasi per niente; di conseguenza le basi di un nendoroid sembreranno fatte con la plastica dei cibi precotti del supermercato, quasi totalmente trasparenti e un po’ rigate, mentre le chiocche dei capelli saranno praticamente dello stesso materiale del resto della figure, visto che adottare sistemi per le colate incrociate vorrebbe dire aumentare i costi di produzione e rendere svantaggiosa la produzione di un falso.

Come sempre possono esserci molti altri fattori legati ai materiali, pertanto queste sono solo delle linee guida dei più evidenti.

 

4) LA CONFEZIONE: STAMPA E SIGILLI

I box delle figures sono il frutto di uno studio, sia che si tratti dei blister che contengono le parti della figure o della grafica del box.
Solitamente le stampe sono di alta qualità, anche per i prodotti  più economici, quindi se il box di una figure mostra stampe simili ad una banale fotocopia a colori, senza profondità e con qualche segno di stampa o, come accade spesso per le figma, ombreggiature o colorazioni differenti delle immagini poste sulla scatola, ponetevi delle domande.
In alcuni casi, inoltre, i bootleg escono sul mercato prima dei prodotti ufficiali (con sostanziali differenze e, a volte, anche interpretazioni del tutto personali dei gadget inclusi). Ovviamente in questo caso la confezione del prodotto non sarà una mera copia, ma proprio qualcosa di completamente differente.

Le ditte sigillano quasi sempre i loro prodotti, chi con del comune scotch, chi con dei sigilli circolari in materiale adesivo satinato.
I bootleg spesso non sono sigillati, così come i lembi dei blister all’interno, e quindi non trovare neanche un segno di un pezzetto di scotch su una figure dell’Alter o della Max Factory può essere un grande aiuto per sgamare un falso.
Ovviamente non dimenticate la presenza o meno di sticker e adesivi vari (come spiegato nel punto 1).

 

5) IL PREZZO

Le figures sono il frutto di una serie di processi che, di conseguenza, ne determinano il costo.
Una statica in PVC in scala 1/8 non è solo ciò che vedete con i vostri occhi, è molto di più.

Le ditte affrontano molti costi per:
ottenere l’autorizzazione alla riproduzione di quel dato personaggio/veicolo, con pagamento dei diritti a chi li possiede;
sviluppare un’idea che risulti essere accattivante, convincente e che rispecchi il prodotto che s’intende commercializzare;
assegnare la realizzazione del prototipo ad un artista, il quale verrà ingaggiato e al quale verrà commissionato il lavoro;
analizzare la proposta, eventualmente chiedere modifiche, e quindi dare il via al processo produttivo;
studiare il metodo per dividere il prodotto in più parti per poter essere stampato, quindi riassemblato e decorato;
avviare il processo di produzione e sostenere tutte le spese relative al personale che dovrà occuparsi di gestire la stampa, di estrarne le parti e separarle dalle colate, lavarle, assemblarle, decorarle e avviarle all’inscatolamento.

L’elenco, molto lungo, vuole dimostrare ai collezionisti come questi prodotti subiscano un processo lungo e dispendioso, che non può essere irrisorio nel calcolo del costo finale del pezzo.
Di questi punti solo una parte interessa i falsificatori, in pratica solo l’ultimo, e quindi abbattendo i costi degli step precedenti possono ottenere il prodotto finito (nei limiti della sua non-qualità) ad un costo irrisorio rispetto a quanto speso dalle ditte ufficiali.

Pertanto una figure che di listino costa più di 100 euro non potrà di sicuro essere venduta a 30, se non in quei casi di svendita totale, super offerta o casi eccezionali.
Un negoziante che vi propone una figure dell’Alter a 20-30 euro è un truffatore, perchè neanche dal suo fornitore (iva esclusa) potrà pagarla meno di 50 euro, figuriamoci con l’iva e il proprio guadagno personale.
Occhio inoltre ai prodotti ormai rari, perchè i venditori di falsi non si faranno scrupoli nel venderli allo stesso prezzo degli originali, illudendovi di concludere un grande affare pagando 20 euro di meno un pezzo che solitamente gira a 150 tra i collezionisti.

Prestate sempre molta attenzione a dove comprate, perchè questo settore è in piena espansione, e molti negozianti si stanno avventurando nel campo senza possedere la preparazione di base dei collezionisti o di coloro che operano nel settore da tanti anni, proponendo sia consapevolmente che inconsapevolmente degli articoli falsi che minano alla “salute” di questo mercato, con danni irreparabili per il settore e per i commercianti onesti.

Ultimo consiglio, generico ma sempre utile, dove possibile documentatevi prima di fare un acquisto, per sapere se esiste una copia falsificata del prodotto che volete comprare; se siete in fiera e non avete la possibilità di controllare affidatevi alle regole di cui sopra, e se il dubbio è forte ricordate, meglio un affare andato a monte che una fregatura portata a casa, anche quando l’entusiasmo sta per avere la meglio sulla ragione.

Per tutto il resto, come sempre e finchè vorrete, lo staff di itakon.it vi seguirà e vi supporterà cercando di dare una risposta ad ogni vostra domanda.