Di recente abbiamo parlato molto di Infinite Statue e in molti di voi avranno apprezzato i nuovi prodotti editi dall’azienda come le statue di Rat-man o la nuova Little Ego. Abbiamo visto inoltre interessanti anteprime come Diabolik in lavorazione e il prototipo completato di Mister No. Ma chi c’è dietro queste statue? Chi è l’artista che le crea? Come avviene il loro processo di lavorazione? Vogliamo rispondere a questa e a tante altre domande con un nuovo capitolo di Art-Zone, la nostra rubrica artistica.
E’ Mauro Pietro Gandini, in arte Porpisio, lo scultore dietro questi gioielli. Lo abbiamo incontrato a Lucca Comics & Games 2013 allo stand Infinite Statue per un’intervista, che si è trasformata in una piacevole e amichevole chiacchierata che vi riporteremo in due speciali ricchi di informazioni e spunti interessanti. Cogliamo l’occasione per ringraziarlo per l’immensa disponibilità e gentilezza e vi invitiamo a leggere questa prima parte in cui vedremo di che cosa si occupa, della sua arte e qualche curiosità, il tutto condito da tante foto inedite dei lavori di ieri e di oggi.
Intervista a Mauro Pietro Gandini – Porpisio
itakon: Com’è nata la tua passione per la scultura?
Mauro: Lei esisteva già, io ci ho sbattuto contro (ride)! Recentemente ho letto con interesse la vostra intervista a Trevor Groove, che ritengo essere uno scultore incredibilmente dotato e ho trovato con piacere molti punti in comune con la mia storia: come lui ho fatto studi umanistici per poi buttarmi sull’università artistica e più in particolare sull’illustrazione e come è stato per lui anche nel mio caso la scultura è stata un gioco costante sin dall’infanzia. Nel tempo ho approfondito l’argomento e la pratica, cosa che faccio tuttora. Mai fermarsi, c’è tanto da imparare.
itakon: Quindi sei autodidatta?
Mauro: In pratica si, ho seguito pochi corsi, accademici. Poi ho contattato alcuni scultori che ammiravo per cercare di “rubare” i trucchi del mestiere (li ringrazio ancora, mi hanno spronato a continuare). L’esperienza e il lavoro diretto hanno in seguito limato le imperfezioni, anche se di roba da limare ce n’è davvero ancora un bel po’, credimi (ride)! Il bello di questo lavoro è il continuo misurarsi con se stessi e vederne i progressi, quando ci si riesce.
itakon: Sappiamo che sei docente in diversi corsi. Cosa ti ha portato all’insegnamento? Ti è stato proposto qualcosa o ne sentivi tu la necessità perché ti interessava?
Mauro: Anche qui devo ringraziare un amico: Paolo Parente, grande creativo (fa anche lui parte del mondo del fumetto e dell’illustrazione, tra le altre cose è illustratore di Magic). Abbiamo lavorato insieme ad uno dei suoi primi progetti personali e lui ha visto qualcosa in me: al tempo era il direttore della scuola di moda e design Marangoni a Milano e mi propose di entrare nel corpo docente.
Ne sono rimasto sorpreso, ho accettato ed iniziato ad insegnare Illustrazione Digitale; l’esperienza è stata molto bella e mi son trovato così a proseguire l’avventura. Sono poi passato alla Scuola del Fumetto di Milano dove attualmente insegno Character design e Tecniche di colore manuale. Tengo anche un corso di scultura. Inoltre di recente ho trovato il modo di unire le due cose (illustrazione e scultura) in un corso di Illustrazione Tridimensionale che terrò allo IED di Milano nel prossimo anno.
itakon: Torniamo alla scultura: fai rendering 3D prima di sviluppare il prototipo oppure lavori subito sul materiale?
Mauro: in verità ogni statua è una storia a sè, nel senso che i soggetti realizzati sinora per Infinitestatue (mio attuale editore) sono o stati disegnati da più autori (ad esempio i personaggi delle serie della Bonelli) oppure sono icone di maestri del fumetto che desideravamo celebrare (es. Corto Maltese, di Hugo Pratt). Mi son trovato quindi a non poter contare su una collaborazione con l’autore e non ho avuto la possibilità di avere le viste che mi servono. In questi casi dedico tempo ad un grosso lavoro di studio delle tavole dei fumetti e del character che devo affrontare e poi faccio qualche disegno per trovare la giusta dinamica della statua e il suo impatto nella tridimensione.
itakon: E cosa ne pensi delle nuove tecniche informatiche applicate alla scultura, come le stampanti 3D?
Mauro: non mi convincono per niente (ride)! In realtà conosco molti artisti che fanno uso del 3D digitale e sono davvero bravi, ma penso sia una cosa soggettiva. L’approccio dipende molto dalla capacità e la sensibilità dell’artista…ci sono ottimi scultori del virtuale. Il mio è un’approccio fisico, ho bisogno di sentire il modellato con le mani, ho bisogno di misurarmi in duello con la materia. E’ terapeutico, mi da pace. Quindi ho un vero e proprio freno per il digitale (che uso invece abitualmente nell’illustrazione).
Lavorare con la materia ti consente di sentire realmente la forma della scultura e, anche se nel virtuale puoi comunque girare la statua in tutte le direzioni, trovo che nel piano fisico ci si possa render conto meglio della spazialità e dell’impatto emotivo che li soggetto comunica.
Nella stampa 3D ci si rende conto realmente dell’oggetto una volta che hai finito, che lo hai stampato, appunto. E’ chiaro che si può lavorare facilmente sulla prototipazione quindi il processo ha i suoi pro, però l’esperienza diretta coi diversi materiali mi è servita molto quando mi sono ritrovato e mi ritrovo a progettare merchandising, ad esempio, per risolvere quelle problematiche che sono legate all’atto della realizzazione in serie.
itakon: Crei solo la scultura o ti occupi anche della decorazione?
Mauro: Dipende: in alcuni casi faccio tutta la prototipazione io quindi bozzetto, scultura e infine il colore. Ma per i soggetti più complessi è necessario un lavoro di squadra, le competenze artistiche personali sono fondamentali per raggiungere un buon risultato. Lavoro con Natalie Michaud, cara amica e collaboratrice ormai da molto tempo, vive a Lione ed anche lei è illustratrice.
E’ una colorista eccezionale, molto precisa, con lei lavoro gomito a gomito fino a che non arriviamo a quella che era l’idea del progetto e non siamo certi che rappresenti al meglio il character che abbiamo affrontato. Ad esempio solo due giorni fa abbiamo concluso il prototipo di Mister No (Bonelli editore), che è arrivato giusto ieri qui in fiera per un primo contatto col pubblico, mentre ne attendiamo l’approvazione!
itakon: Davvero? E come sono le tue impressioni?
Mauro: Sono soddisfatto, c’è stato un lavoro molto grosso dietro e talvolta rimangono sospesi dubbi e ripensamenti. Uno dei “problemi” delle fasi lavorative, in senso buono, è che vedere una statua in fotografia è sempre riduttivo.
E’ un luogo comune: la fotografia per quanto sia ben fatta toglie la terza dimensione, la appiattisce; vederla dal vero ti rende un’emozione diversa e ne vedi i particolari nella loro dimensione reale, quindi se in fotografia capita di aver dei dubbi, dal vero scompaiono, anzi posso dire che la magia ora è completa.
Itakon: Dove lavori? Hai uno studio?
Mauro: Sono di Milano, ma mi sono trasferito in campagna da una decina d’anni ed ora ho uno studio che mi da lo spazio e la tranquillità giusta per creare.
Itakon: Fai sculture in scale più grandi o ti limiti alle riproduzioni più piccole?
Mauro: Fino ad ora ho lavorato sempre per la committenza, quindi solitamente su scale piccole ma questo varia di caso in caso. Ultimamente lavoro su sculture personali, studi anatomici, composizioni dinamiche. Sul mio sito ci sono ad esempio le foto dei busti di Dylan Dog e di Groucho che ho realizzato per la mostra tenutasi al museo del fumetto a Milano dedicata a Dylan Dog. Mi sto dedicando anche ad un ritratto, un busto, quindi mi trovo a misurarmi con dimensioni decisamente diverse…è il mio primo ritratto in scala 1/1 in tecnica scultorea classica.
E’ molto interessante lavorare sulla grandezza naturale: ti ritrovi a guardare negli occhi il soggetto che cerchi di riprodurre e in questo caso il gesto cerca di trovare l’emozione della sua personalità. Lavorare una miniatura dove la testa è circa 2 cm da una parte è più gestibile e si ha un rapporto diverso nel ruotarla per vederne i vari punti di vista, i pregi ed i difetti; inoltre scolpire una miniatura è anche una questione di fermezza di mano e gestione del respiro. Roba da circo (ride)!
FINE PRIMA PARTE
Per il momento è tutto, ma non perdetevi la seconda parte sulle collaborazioni con Disney, il focus su Ratman e il rapporto con Leo Ortolani e Vittorio Giardino!!! Presto in pubblicazione su itakon!