Figlio dell’atomica e dei disastri di Hiroshima e Nagasaki, Godzilla, il primo Kaiju della storia, è diventato una delle icone più forti del Giappone, ancor prima di videogiochi, manga e anime. La paura delle radiazioni e l’estro del popolo nipponico, si sono uniti per dare vita ad una delle creature iconiche del ventesimo secolo e del cinema del sol levante.
Nato come contrapposizione al King Kong Americano, il godzillasaurus, esposto alle radiazioni dei test nucleari, fa la sua comparsa nel 1954 con il primo film diretto da Hishiro Honda, dove il mostro distrugge Tokyo e trova la morte per mano di un ingegnosa arma creata dal dottor Serizawa.
Il film arriverà poi in America, ma venne completamente stravolto, con nuove scene girate con attori americani e una sceneggiatura modificata per il popolo occidentale.
Grazie al successo della pellicola, la morte della creatura non ferma la casa di produzione Toho, e l’anno successivo esce il sequel, dove un nuovo Godzilla si ritrova ad affrontare un secondo Kaiju.
Nel tempo i sequel continuarono e la creatura vista all’inizio come una minaccia distruttiva, diventa un simbolo protettore del Giappone. Anche se col passare del tempo la sua credibilità andava scemando, man mano che i film aumentavano, Godzilla ha sempre ottenuto un certo rispetto dall’industria cinematografica mondiale. Nel 1998 anche Hollywood vuole dare il suo contributo, con un film diretto da Roland Emmerich che cerca di rendere più “verosimile” la creatura, snaturandola e allontanandosi troppo dal concetto originale.
Nel 2014 l’America ci riprova, Legendary Pictures produce “GODZILLA” diretto da Gareth Edwards; molte le aspettative, ai fan non basta l’iconico ruggito del mostro, ma pretendono che sia all’altezza della controparte nipponica. Anche in questo caso il film non soddisfa tutto il pubblico, ma sicuramente ci presenta un Kaiju all’altezza delle aspettative dei molti fan, con tanto di Atomic Breath. In questa pellicola Godzilla si trova a scontrarsi con due creature anch’esse figlie dell’atomica, e anche in questo caso Godzilla è il “buono”, una creatura della natura nata per portare equilibrio.
Tutta questa lunga introduzione darà ai neofiti un quadro più chiaro della statua che andremo a recensire oggi, che raffigura proprio il design di questa interessante ultima versione della creatura, realizzata si in collaborazione con la Toho, ma di stampo prevalentemente Americano.
Sideshow, ha ben pensato di unire nel box le due origini di questa nuova creatura di stampo prevalentemente asiatico, riproducendo un bellissimo artwork della creatura su uno sfondo che richiama l’ambientazione della Chinatown della città di San Francisco.
Lo sappiamo bene che il lucertolone è giapponese e non cinese, ma crediamo che l’azienda abbia solamente voluto unire l’oriente con l’occidente, senza polemizzare sull’effettiva nazionalità sulla carta d’identita del mostro.
La base di forma circolare con bordo arrotondato, raffigura sulla sommità la scritta GODZILLA in reso su base rossa, su cui va collocata la statua. In prossimità dei piedi la base cede formando delle crepe sotto il peso del mostro.
Nella parte sottostante, al contrario predomina il nome del mostro ゴジラ in lingua giapponese di colore rosso su base nera, insieme alla numerazione scritta a mano.
Massiccio e imponente, Godzilla viene proposto in questa posa che ricalca quella di alcune locandine pubblicitarie della pellicola. Alto 38 cm e con un peso comprensivo di base di circa 9 kg, come testimonia la casa produttrice, è interamente realizzato in Polystone.
Massiccio e distribuito in un unico blocco, si erge possente in posa dinamica, mentre contorcendosi emette il suo iconico ruggito al cielo.
Differente dalla versione Maquette per posa e base, questa statua resta decisamente più contenuta, l’ideale per che vuole portarsi a casa la creatura risparmiando su spazio e costo, visto che viene venduta a circa la metà della versione più grande.
La scultura è molto precisa e dettagliata, dalle possenti e massicce zampe ai piccoli arti superiori, ogni imperfezione e placca della sua durissima corazza è scolpita minuziosamente, rivelando anche alcuni dettagli che la pellicola, con i suoi ambienti scuri, ci ha tenuto nascosto, come ad esempio, le grandi branchie ai lati dal collo, essendo Godzilla una creatura in parte acquatica.
La testa, dal muso lungo e squadrato, ha le fauci completamente spalancate, in un infinito ed assordante ruggito; tutta la struttura della bocca, con denti e lingua, è molto dettagliata, con tanto di lingua sollevata per intonare l’iconico verso.
La coda, con una lunghezza di ben 52 cm circa, avvolge la creatura, ed è saldata al corpo con uno stacco troppo vistoso, purtroppo saldato stuccato con poca cura, ma solo un occhio attento noterà questo difetto.
La colorazione, nonostande sia decisamente migliore della Maquette, con un grigio più scuro, non è certo motivo di vanto per l’azienda, visto la semplicità e linearità del manto del mostro, che viene poco esaltato ed evidenziato, mantenendolo uniforme e monocromatico, intervallato unicamente da piccole ombreggiature in grigio chiaro. Una colorazione più attenta e ricca di dettagli avrebbe sicuramente dato maggior rilievo e spessore a tutta l’opera. La colorazione dell’interno bocca invece, nonostante alcune piccole sbavature sui denti, è molto più sfumata, con un effetto bagnato che ne rende le carni polpose e credibili.
Concludendo, questa versione ha sicuramente dei pregi e dei difetti anche rispetto alla sua sorellona più costosa: la base personalizzata dell’altra versione lascia lo spazio ad una base standard che funge da targa, con il nome del personaggio, invece dello scenario post apocalittico dovuto alle scorribande di Godzy e soci.
La colorazione, anche se leggermente migliore rispetto alla Maquette, resta sempre un po’ povera di dettaglio e denota un lavoro frettoloso dell’azienda, che, visto la bassa tiratura del pezzo, disponibile in sole 500 copie, avrebbe meritato decisamente più attenzione.
La scultura invece è di buon livello: pieghe, scaglie e imperfezioni della pelle di Godzilla sono decisamente dettagliate, cosi come la testa e l’interno bocca, peccato solo per quella leggera imprecisione nell’assemblare la coda.
Insomma un prodotto che poteva e doveva uscire migliore, ma che comunque sa catturare perfettamente la ferocia e la potenza del personaggio.
Nome: Godzilla Statue
Produzione: Sideshow
Scala: non in scala
Anno di pubblicazione: 2016 (Ottobre)
Tiratura: 500 pezzi
Prezzo di listino: USD 399,99
Pro:
– Scultura di buona qualità;
– La posa credibile e minacciosa.Contro:
– La coda meritava più attenzione nell’assemblaggio;
– Colorazione frettolosa e poco dettagliata.
Voto Finale: 7/10