Si terrà dal 19 Settembre in quel di Torino un’interessante mostrata dedicata ad uno degli Anime più apprezzati di sempre qui in Italia: Sailor Moon.

La mostra si terrà al Mufant – Museolab Fantastico e della Fantascienza, ed offrirà indubbiamente ai visitatori un full-immersion nel mondo delle guerriere Sailor permettendo di saggiare curiosità o semplicemente rivivere la storia della serie sin dalla prima messa in onda nel 1995. Al museo sarà anche inaugurata una statua dedicata al personaggio e che potrete vedere più avanti in galleria; a seguire trovate anche l’elenco completo del programma previsto per la mostra:

LA MOSTRA

Tre sale del museo saranno dedicate alla mostra «Sailor Moon: 25 anni in Italia», in esposizione dal 19 settembre 2020, in occasione dell’inaugurazione del Festival, al 10 gennaio 2021.
La mostra, con circa 300 pezzi, celebra i 25 anni dall’arrivo di Sailor Moon in Italia: partendo dal fenomeno italiano, si va alla scoperta delle origini del personaggio, fino a celebrarne l’importanza per il femminismo e per la comunità LGBT che l’ha incoronata icona gay. In esposizione giocattoli e materiale scolastico italiano, riviste, gadget, e il merchandise uscito per l’anniversario giapponese, tra oggetti magici e bambole.
L’artista Davide La Montagna, cultore romantico di anime giapponesi, arricchirà la mostra con interventi site specific dedicati alla protagonista dell’esposizione e con opere che ha realizzato per l’occasione.

La mostra è curata da Leone Locatelli, Silvia Casolari e Davide Monopoli in collaborazione con heroica.it, sito dedicato alle figure femminili nell’immaginario collettivo, e vede il prezioso contributo di Nino Giordano, che ha lavorato al rilancio italiano di Sailor Moon nel 2010-2011. La locandina dell’evento è stata realizzata da Pietro Antonazzi.

Sailor Moon in Italia

Sailor Moon arriva in Italia alle 16 del 21 febbraio 1995, quando Canale 5 trasmette il primo episodio della prima serie dell’anime, intitolato «Una guerriera speciale». Seguiranno altre quattro serie, che in Italia saranno ribattezzate «Sailor Moon, la luna splende», «Sailor Moon e il cristallo del cuore», «Sailor Moon e il mistero dei sogni» e «Petali di stelle per Sailor Moon», accompagnate da altrettante sigle cantate da Cristina D’Avena. Il successo è tale che, dalla terza serie in poi, il cartone animato viene trasferito in orario preserale, registrando record di ascolti. L’ultimo episodio viene trasmesso il 1 maggio 1997. Sailor Moon rappresenta un grande ritorno per l’animazione giapponese in Italia, e il successo è accompagnato anche da un’ampia produzione di merchandising: dalle bambole alle linee scuola, dalle riviste agli oggetti magici.

La storia

Usagi Tsukino (Bunny) è una ragazza di 14 anni che, grazie all’incontro con la gatta parlante Luna, scopre di essere Sailor Moon, la guerriera dell’amore e della giustizia. Nel corso della prima serie incontrerà le sue compagne Sailor Mercury, Sailor Mars, Sailor Jupiter e Sailor Venus e troverà l’amore grazie a Mamoru (Marzio), che scoprirà essere il misterioso Tuxedo Kamen (Milord). Nel corso delle cinque serie, Sailor Moon sconfiggerà diversi nemici grazie all’aiuto delle sue amiche, alle quali si aggiungeranno delle alleate: Sailor Chibimoon (Chibiusa), Sailor Pluto, Sailor Uranus, Sailor Neptune, Sailor Saturn e le Sailor Starlights. Il suo look «alla marinara» si ispira alle divise delle studentesse giapponesi.

Sailor Moon icona lgbt

Sailon Moon è considerata un’icona gay. Non solo perché è apprezzata dalla comunità lgbt ma anche perché sia nella versione cartacea (anime e manga) che animata della sua storia, sono presenti diversi personaggi e temi di natura lgbt, dall’omosessualità al travestitismo.

Ricordiamo per esempio il bacio tra Sailor Moon e Sailor Uranus nel terzo arco del manga e nella terza stagione del reboot di Sailor Moon Crystal. Questa scena è andata in onda senza censure (a differenza di altri casi) su Rai Gulp nel 2017. Sailor Moon è attratta da Sailor Uranus e anche da un altro personaggio, Seiya, come viene raccontato nel quinto arco del manga e nell’anime anni ‘90. Un sentimento che la confonde ma che non viene coltivato, perché alla fine del manga sposerà Mamoru (Marzio), di cui lei è innamorata.

Sailor Uranus e Sailor Neptune sono invece le due guerriere lesbiche che compaiono nel terzo arco del manga e nella terza serie dell’anime. La loro relazione non è mai esplicita, ma è andata comunque incontro a qualche censura nell’adattamento italiano. Nel manga formano una famiglia non convenzionale insieme alla piccola Hotaru (Ottavia), che le chiama «mamma» e «papà». La prima coppia di uomini gay appare invece nella prima serie dell’anime ed è quella composta da due dei generali del Regno delle Tenebre, Kunzite (Kaspar) e Zoisite (Zachar). La loro relazione è stata censurata in Italia, così come in altri Paesi, ricorrendo a un curioso escamotage: Zachar, il più «effeminato» dei due, è stato fatto passare per un personaggio femminile. La stessa sorte è capitata a Fisheye (Occhio di Pesce) nella quarta serie.

L’ultima serie dell’anime, che in alcuni Paesi non è stata trasmessa, presenta poi tre nuovi personaggi (Seiya, Yaten e Taiki) che in forma umana sono uomini, ma dopo una trasformazione diventano donne: le Sailor Starlights. Nell’adattamento italiano, il cambio di sesso è stato censurato e le Sailor Starlights vengono presentate come le «sorelle gemelle» Seiya, Yaten e Taiki.

Sailor Moon e il femminismo

Il contributo di heroica.it ci permette di parlare anche dell’importanza di Sailor Moon come icona femminista. All’inizio degli anni ‘90, le guerriere Sailor si fanno portavoce del concetto di Girl Power, in linea con i valori della Terza Ondata Femminista, secondo cui le ragazze possono essere forti senza rinunciare alla loro femminilità.

Le origini dell’opera

Sailor Moon nasce fra la fine del 1991 e l’inizio del 1992 dall’incontro fra la mangaka Naoko Takeuchi, già autrice di Codename Sailor V, e lo studio d’animazione giapponese Toei Animation. La Toei, interessata a produrre un anime su una guerriera ispirata a Cutie Honey di Go Nagai, chiede alla Takeuchi di elaborare una storia di più ampio respiro rispetto a Sailor V. Nasce così Bishōjo senshi Sērā Mūn (letteralmente «La bella ragazza guerriera Sailor Moon»). Manga e serie animata debuttano a breve distanza l’uno dall’altra.

Il genere ibrido

La particolarità di Sailor Moon sta nella fusione di due generi che, fino a quel momento, non si erano mai incontrati: il genere delle «ragazze magiche» e quello dei «super sentai», i guerrieri che hanno ispirato i Power Rangers.
In Sailor Moon, per la prima volta, le ragazze con poteri magici diventano guerriere e combattono in gruppo contro nemici veri e propri, rischiando la vita.
Prima di loro, almeno nel mainstream, c’erano solo uomini.