Nel paese del sol levante la serie animata Yuusha Ou GaoGaiGar del 1997 ebbe un notevole successo e furono realizzati una moltitudine di gadget. Tuttora Bandai continua questo trend realizzando un secondo mecha nella linea Soul of Chogokin tratto dalla stessa serie, proponendoci il GX-69 Goldy Marg o Goldion Hammer che, anche se indipendente, affianca e completa il GX-68 GaoGaiGar (già recensito quì).
La scatola presenta una discreta e accattivante grafica, evidenziando tutte le peculiarità del modello, in un elegante sfondo nero sfumato, come le ultime tendenze della linea.
All’interno un unico pezzo di polistirolo ospita la quasi totalità delle parti, lasciando in un piccolo blister solamente le parti di uno stand espositivo.
Il Goldy Marg viene quindi estratto dalla scatola in modalità carro (ancora incompleto di martellone), e non possiamo che apprezzarne le notevoli dimensioni, oltre che il peso non indifferente.
Il martellone è davvero imponente, anche senza averne allungato il manico. Molto interessante la possibilità di allargarne i lati schiacciando il perno centrale. Per quanto riguarda i materiali sembra che il metallo sia presente solo nel veicolo cingolato, mentre lo stesso martello pare essere totalmente in plastica.
Una volta agganciati veicolo e martello si ottiene il fantastico carro armato visto nella serie animata, dotato di ruote funzionanti e cannone con inclinazione variabile (a scatto). La parte finale dell’arma può essere allungata.
La trasformazione in robot è ben congegnata e agevole, non presenta difficoltà particolari e le due configurazioni sembrano abbastanza solide. Il metallo è presente nelle articolazioni delle spalle, nei bicipiti, nell’articolazione delle ginocchia, nelle cosce e nella parte finale del piede.
Molto interessante la possibilità di utilizzare una coppia di pugni leggermente più piccola del dovuto, che permette di piegarli dentro l’avambraccio per permettere la trasformazione in cingolato.
La modalità robot, nonostante sia la più accattivante, è quella che presenta però alcuni difetti, primo fra tutti l’instabilità dovuta alla presenza del martellone sulla schiena e la totale assenza di snodo alle caviglie, che ci riporta troppo indietro nel tempo, denotando poco interesse da parte di Bandai nell’implementare una soluzione più efficace, come da sempre ci ha abituati.
Di fatto, dunque, il manico del martello serve necessariamente a far si che Goldy Marg non finisca steso a pancia in aria, qualunque sia la posa data. Nonostante questo, la posabilità è comunque discreta, anche se le spalle risentono anch’esse dell’ingombrante fardello. La testa può essere ruotata leggermente, mentre le spalle ruotano a 360 gradi (sempre con le limitazioni del caso) mentre è buona la piega dei gomiti e dei polsi. Nessun movimento disponibile sul busto fatto tutto di un pezzo, mentre le anche e le ginocchia a scatto hanno grande mobilità. Niente sulle caviglie, purtroppo.
I dettagli in generale sono come sempre ottimi, costellati da pannelli, monitor, comandi e prese d’aria, mentre un’altra nota di demerito va al vuoto molto visibile sui polpacci. Qualche segno di sprua è presente, ma niente di allarmante.
Nel caso in cui si volesse esporre il robot senza martello (anche perchè ha un ingombro di profondità non indifferente) benchè il suo design non lo preveda, è necessario sganciare la testa dal martello ma, sfortunatamente, non c’è alcun aggancio sul busto, per cui la si può solamente poggiare. In alternativa può essere ruotato il grosso pugno riposto nella schiena e aprirne a piacimento le dita.
Come dicevamo in precedenza, il Goldy Marg è complementare al GaoGaiGar, e questo grazie alla sua ulteriore trasformazione che fa si che diventi un gigantesco avambraccio del secondo, permettendogli di impugnare il martellone o di lanciare un attacco devastante con il pugno gigante.
Entrambe le combinazioni sono egregiamente realizzate e non si può che apprezzare il lavoro ingegneristico che fa si che le parti si aggancino alla perfezione, componendo così un gigantesco mecha dalla spiccata personalità e imponenza, oltre che dal peso notevole. E’ necessario utilizzare lo stand apposito per poter reggere il peso del braccio del GaoGaiGar, altrimenti insostenibile.
Altri accessori in dotazione permettono di replicare le scene dell’anime, facendo impugnare al robot un manicotto e una sfera viola.
Questo GX-69 appare per lo più come un accessorio del GX-68 che come vero e proprio SOC, anche se la sua imponenza e il suo particolare design lo rendono accattivante anche da solo. Purtroppo i difetti evidenti non passano inosservati, primo fra tutti l’assenza delle caviglie, per cui rimane un acquisto consigliato agli appassionati della serie e a chi vuole aumentare l’impatto scenico del GX-68.
Nome: Goldy Marg – Soul of Chogokin
Produzione: Bandai
Scala: non in scala
Anno di pubblicazione: 2015 (Luglio)
Tiratura: Standard
Prezzo di listino: 19440 yen
Pro:
– completa il GaoGaiGar;
– trasformazioni semplici e solide;
– in modalità cingolato è strepitoso;Contro:
– il martello ne compromette pose e stabilità;
– mancano i polpacci e le caviglie.
Voto Finale: 7/10