Il Tetsujin 28, opera del 1963, è considerato il capostipite dei robottoni giapponesi. Non a caso, dunque, in madre patria è un soggetto particolarmente importante. Bandai ce lo ha già proposto in più versioni all’interno della linea Soul of Chogokin: la prima versione risale al settembre 2004: codificato come GX-24 il robot fu realizzato in una tonalità grigio-verde ricca di sfumature.

Qualche anno dopo furono distribuite delle versioni limitate, come la blue metallic denominata GX-24M del 2008 e la naked (color metallo grezzo), denominata GX-24N del 2009.

La ristampa attuale, presa in esame in questo articolo, denominata GX-24R, sembra essere identica alla versione metallic del 2009, almeno nella colorazione.

La confezione non si discosta dagli standard attuali e mostra la foto del modello sulla destra della facciata principale su uno sfondo dalle tinte molto scure. Il robot è alloggiato su un solido polistirolo, mentre gli accessori li troviamo distribuiti in due blister molto compatti.

Il Tetsujin 28 appare esattamente identico alle edizioni precedenti, sia nello stampo, sia nella progettazione, sia nei materiali utilizzati, tra i quali il metallo abbonda in buona parte del corpo, come accadeva solitamente nei SOC più datati. Ci troviamo tra le mani quindi un modello solido e pesante, nonostante le dimensioni ridotte (16 cm di altezza). Il backpack posteriore di aggancia magneticamente.

Il corpo tozzo non inficia sulla posabilità che curiosamente appare invece eccelsa considerato il design e l’età progettuale. La rotazione del busto va effettuata con cautela, poichè raggiunti i 90 gradi si sgancia dal bacino, per permettere la sostituzione delle batterie che alimentano l’impianto luci e suoni.

Spettacolare la miniatura di Shotaro Kaneda, il ragazzino che pilota il Tetsujin 28 tramite un grosso telecomando: nonostante le dimensioni la precisione delle verniciature è di fattura incredibilmente elevata; il personaggio si regge inoltre saldamente in piedi nonostante la posa particolarmente dinamica. La presenza delle mani intercambiabili del robot permettono anche di poggiarlo sui palmi di quest’ultimo. Splendida la replica del braccio troncato dalla battaglia che si sostituisce agevolmente grazie ad un altro magnete.

La basetta espositiva è quella dell’epoca, dunque non un contenitore come visto nei più recenti SOC, ma il classico stand su cui è possibile agganciare il robot ad un perno di sicurezza e le varie coppie di mani ai piolini posizionati alla base.

Infine l’impianto luci e suoni, attivandolo dal pulsante posto sulla schiena, fa accendere gli occhi e, avvicinando il telecomando al petto, fa partire alcune musiche della serie (davvero molto molto retrò, naturalmente), anche se il volume ci è parso un pò troppo basso e si fa fatica a sentire distintamente.

In definitiva questo Bandai Soul of Chogokin GX-24R Tetsujin 28 è la riedizione di un vecchio modello a nostro avviso tra i migliori della prima era dei SOC, pesante quanto basta, posabile quanto serve e impreziosito da un grande carisma, ereditato dall’originalissimo design retrò; offre dunque la possibilità di recuperare un must have ai nuovi collezionisti o a quelli che si sono persi i momenti giusti per reperirlo. L’arricchimento con il comparto audio-visivo non può che fare gola anche ai vecchi collezionisti già possessori delle precedenti edizioni.

Nome: GX-24R Tetsujin 28 – Soul of Chogokin
Produzione: Bandai
Scala: non in scala
Anno di pubblicazione: 2019
Tiratura: Standard
Prezzo di listino: 13.824 yen

Pro:
– ha il fascino del design di oltre mezzo secolo fa;
– gran blocco di zama;
– splendida verniciatura weathering;
– posabilità più che ottima;

Contro:
– non muove il collo, ma proprio a voler essere pignoli…

Voto Finale: 9.5/10