Abbiamo già coperto il Wonder Festival 2014 Summer con tutti gli articoli con news e antprime, ma come anticipato nell’articolo di apertura il nostro Hukuro era in spedizione per noi per fornirvi tutte le impressioni e notizie dal vivo direttamente dal Giappone. E’ con questo diario che iniziamo questo nuovo focus sull’evento, così da farvelo rivivere in prima persona! Si parte!
Tokyo, domenica 27 luglio 2014. Mentre Gillman e Amaca concludevano la loro avventura californiana a San Diego per il Comic-Con 2014, Il nostro personalissimo “giorno dei giorni” è finalmente arrivato. Ieri sera abbiamo fatto mezzanotte per studiare il tragitto da percorrere in treno; ci vorrà circa un’ora per arrivare al Makuhari Messe, il quartiere fieristico dove si tiene il festival. La sveglia suona esattemente alle 7:15, e alle 8:00 siamo già per strada in direzione della stazione della metro e la sensazione di non essere assolutamente pronti a quello che ci aspetta continua ad attanagliarci lo stomaco.
Arriviamo alle 9:00 e una discreta fila ci dà il benvenuto. Curiosando su google maps nei giorni scorsi abbiamo stimato che era lunga circa un chilometro, impressionante. Inganniamo il tempo segnando sulla mappa della fiera gli stand più importanti: Alter, Good Smile Company, Max Factory, Megahouse, Kotobukiya, Kayodo: non manca proprio nessuno. Segniamo anche gli espositori che sembrano interessanti nella zona degli indipendenti, dove vengono esposti i garage kit e le produzioni, per così dire, più artigianali. Il tempo scorre rapidamente, anche perchè ogni dieci minuti circa la fila scorre per un centinaio di metri. Mentre avanziamo notiamo uno zaino abbandonato a terra, probabilmente scordato da qualcuno più avanti: evidentemente l’evento non scombussola solo noi.
Dopo aver percorso quasi per intero il perimetro dei capannoni eccoci al tanto agognato momento: il personale della fiera inizia a gridare qualcosa e la gente in fila solleva il catalogo (che funge da biglietto d’ingresso), cosa che ovviamente facciamo anche noi.
Finalmente entriamo e l’effetto è devastante: lo spazio a disposizione è incredibile ed infatti, nonostante l’afflusso di pubblico, ci si può spostare agevolmente per gli stand. I produttori sono presenti con stand personali o in gruppo. Quello in comune tra Good Smile Company e Max Factory celebra la ventesima edizione con l’iniziativa “Wonderful Hobby Life For You”, e per noi appassionati la visione di tutto questo ben di dio è paradisiaca.
Ricordate che avevamo segnato gli stand principali sulla mappa? Siete più bravi di noi, che ce ne siamo completamente scordati ed abbiamo iniziato a girare per gli stand in maniera casuale e così facendo ci accorgiamo di un’altra caratteristica particolare del festival: le file. Sapevamo che i giapponesi sono un popolo estremamente civile, ma vedere un simile fenomeno di persona fa comunque una certa impressione. Si mettono in fila ordinatamente per tutto, per acquistare i gadget, per fotografare le figure esposte, per immortalare i cosplayer. E guai a provare a fare i furbi: i miei compagni d’avventura hanno provato a mettersi di fianco a chi stava scattando, e sono stati ripresi dalla cosplayer stessa, che gli hanno fatto capire che dovevano mettersi in fila!
Se pensate che lo stupore si sia esaurito nel capannone dei big, tenetevi stretti perchè quello degli indipendenti è anche peggio. Si perchè qui non ci sono i grossi nomi a richiamarti, ma una miriade di banchetti dove tipologia e qualità dei lavori presentati è estremamente variegata, spaziando tra oggetti di livello amatoriale fino a vere e proprie opere d’arte. I soggetti variano dai brand di successo del momento (che solo per l’occasione particolare del Wonder Festival vengono liberati dal copyright) a soggetti originali, e non è raro che garage kit particolarmente riusciti vengano riproposti dalle case più grandi qualche tempo dopo come modelli completi.
Una nota a parte la meritano i cosplayer, perchè da un lato possiamo confermarvi che quelli nostrani hanno raggiunto livelli davvero elevati che li mettono in grado di competere (e vincere) con quelli nipponici, ma dall’altro segnaliamo che i giapponesi (e in particolare le rappresentanti del gentil sesso) sono molto poco vestiti e molto disinibiti, e si prestano anche a pose molto esplicite su richiesta dei fotografi.
Così in stato confusionale per i troppi input, vaghiamo tra i due padiglioni scattando foto come dei forsennati, facendo l’impossibile per non farsi sfuggire i pezzi più belli e rubando qualche scatto a novità dell’ultima ora che era vietato riprendere. E proprio quando stai iniziando ad ambientarti, ti accorgi che è ora di uscire! Si, perchè il Wonder Festival resta aperto dalle 10 alle 17, ed è dannatamente poco per la mole di cose da vedere. Ma i giapponesi sono maniaci dell’organizzazione, e la chiusura così anticipata permette al flusso di pubblico di defluire dalla struttura in tempi e modi tali da non arrecare disturbo al traffico. Certo che un giorno di apertura in più…
Chiudiamo questo scapestrato riassunto iniziale ringraziando di cuore i compagni d’avventura Umberto e Carlo: parte delle foto che vedrete nei prossimi giorni sono state fatte da loro, e ci sembra doveroso rendergliene merito. Grazie a nome di tutto il team di itakon!
Quest’Estate continueremo quindi a presentarvi gli articoli degli stand con tutte le impressioni di chi ha vissuto dal vivo questo meraviglioso evento! Rimanete con noi!