Tratto dalla serie animata “Machine Robo: Chronos no Dai Gyakushuu” del 1986, il Baikanfu venne prodotto da Bandai nel 2007, con la sigla di Soul of Chogokin GX-39. Era il periodo più florido della linea e i modelli venivano prodotti con regolarità e, soprattutto, con la qualità e la tecnica che più avanti col tempo si è un pò affievolita.
A distanza di un decennio il Baikanfu si fa avanti ancora una volta, in una nuova edizione, rinominata GX-39R, per via di alcune lievi migliorie, come lo sculpt della testa, i pannelli sulle spalle e altri piccoli dettagli cromati.
Ecco dunque la confezione, che appare rinnovata anch’essa nel design, in linea con le produzioni attuali; all’interno i robots sono protetti da pellicole di plastica e alloggiati in un comodo polistirolo, mentre un blister ospita gli accessori.
Il Baikanfu è molto simile al più conosciuto (almeno dalle nostre parti) Gordian, per cui il protagonista si inserisce dentro il corpo di un robit più grande che a sua volta si inserisce in quello di uno ancora più grande, il tutto in una posa a croce che permette poi il libero movimento degli arti anche dopo la combinazione.
Il protagonista (Rom Stol) è quì affiancato da una lei, che nella serie è la sorella minore (Leina Stol): i due personaggi sono egregiamente realizzati e molto ben articolati; sono dotati di numerose mani intercambiabili, due spade e due teste alternative senza elmo.
La posabilità è eccellente e ottima la stabilità, per via delle articolazioni ben calibrate. Le dimensioni sono naturalmente ridotte, siamo sotto i 10 cm, ma nonostante questo i dettagli sono splendidi.
L’inserimento di Rom nel corpo del robot più piccolo (Kenryu – Blade Dragon) appare piuttosto semplice: dopo aver aperto le varie parti del robot (petto, braccia, vita, bacino, gambe) e posizionato il corpo a croce, il personaggio va alloggiato correttamente tra il busto e le cosce del robot, in modo tale che il busto riesca agevolmente a chiudersi; l’operazione ci era parsa piuttosto semplice, ma in realtà riuscire a trovare l’esatta collocazione delle parti non è in realtà così facile, o perlomeno noi abbiamo avuto qualche difficoltà, poichè la testa e le spalle di Rom risultavano sempre troppo alte, con conseguente chiusura non corretta del torace di Kenryu.
Una volta riusciti nell’opera non si può che apprezzare l’ottimo lavoro ingegneristico profuso in questo modello, che permette al robot di muoversi in tutta libertà senza che Rom, dall’interno, ne ostruisca le pose.
Da parte sua il robot è realizzato in maniera impeccabile, sia per quanto riguarda lo sculpt e le proporzioni, praticamente perfette, sia per quel che riguarda la verniciatura, che non presenta nessun difetto di sorta.
Ottima anche la posabilità, arricchita dalla presenza di una vasta gamma di coppie di mani adatte ad ogni tipo di posa.
Il metallo è presente nel torace, nel bacino e nei piedi.
Solamente una spada rappresenta l’arsenale a disposizione di Kenryu.
Come anticipato, anche Kenryu si inserisce in un robot più grande, il Baikanfu appunto: questa colta l’operazione è andata facilmente abuon fine e la combinazione è avvenuta in maniera rapida e precisa.
Anche il Baikanfu gode di una ottima posabilità, e la presenza di Kenryu al suo interno non ne intacca l’efficacia. Buona la percentuale di metallo, che troviamo presente nel busto, nel bacino, negli stinchi e nei piedi.
Gli snodi sono tutti ad attrito, ad eccezione di quelli delle spalle e delle ginocchia che invece sono a scatti.
Un difetto non proprio trascurabile lo troviamo nel sistema di agganciamento delle mani, stranamente diverso dal solito, per cui non troviamo il classico ball joint ma un semplice perno che grazie ad un anello rialzato si incastra all’interno del foro della mano prescelta. Abbiamo trovato eccessivamente resistente proprio questo foro, evidentemente troppo piccolo per la dimensione del perno, per cui è necessario applicare una forza esagerata per agganciare una mano, tale da rischiare di danneggiare il modello.
Uno scudo e una grossa spada rappresentano invece l’arsenale a disposizione del Baikanfu.
Di dimensioni generose (ci aggiriamo sui 27/28 cm), questo Baikanfu è ottimamente proporzionato, discretamente snodato e ricco di dettagli che non possono che fare la gioia dei collezionisti. Completa il quadro la verniciatura, anche qui praticamente perfetta.
Completa la confezione l’ottima base espositiva/diorama, che permette di alloggiare tutti gli accessori al suo interno e i due protagonisti sulla sua superficie.
Il Baikanfu offre il meglio di se nella massima combinazione, ovvero con tutti e tre i protagonisti agganciati uno dentro l’altro, e questo perchè ognuno di essi fa da struttura portante di quello più grande: in pratica il compromesso della trasformazione ha portato alla realizzazione di un busto evidentemente vuoto e, soprattutto, per via delle aperture dei pannelli, molto instabile e ballerino; l’inserimento dei robots uno dentro l’altro ovvia a questo problema creando in pratica una “ossatura” al modello più esterno.
Sembra dunque problematico esporre i due robots separatamente, perchè la fragilità dei busti fa si che non ci sia stabilità persino nella posa più semplice e banale che si possa pensare. Bandai però ha pensato a tutto, e tra i vari accessori troviamo dei busti “fittizzi” scuri e monocromatici, che possono essere inseriti e utilizzati come scheletro del robot, così da poterli comodamente esporre anche singolarmente.
In definitiva questo Bandai Soul of Chogokin GX-39R Baikanfu è una validissima rappresentazione del robot visto nella serie animata, e la qualità tecnica ed estetica lo innalza sicuramente ai massimi livelli.
Un must per chi non è in possesso del primo GX-39 del 2007, ma consigliato anche a tutti gli altri che di certo apprezzeranno le migliorie seppur minime di un modello ancora una volta eccelso.
Nome: Baikanfu – Soul of Chogokin
Produzione: Bandai
Scala: non in scala
Anno di pubblicazione: 2017 (Settembre)
Tiratura: Standard
Prezzo di listino: 27000 Yen
Pro:
– proporzioni e sculpt eccellenti;
– verniciatura perfetta;
– buona quantità di metallo;
– posabile quanto basta;Contro:
– combinazione non semplice come sembra…
Voto Finale: 9/10