L’ultimo uscito in casa BANDAI relativo alla serie METAL BUILD è dedicato ad uno degli antagonisti più desiderati per gli appassionati della serie Gundam Seed/Destiny. Il mech in questione infatti risulta essere ZGMF-X42S Destiny Gundam unità pilotata dal Shinn Asuka durante la serie TV da cui deriva il nome. Bandai anche in questo caso, come precedentemente fatto con l’uscita relativa al FREEDOM GUNDAM, allontana temporaneamente il suo interesse relativo alla serie Gundam 00 di cui quasi esclusiva era la produzione METAL BUILD, per regalarci un secondo mecha protagonista di una delle serie più amate e ricordate dagli appassionati.
La linea si distingue per i modelli strutturalmente solidi, ricchi di metallo, molto accessoriati e verniciati in maniera superba. Ogni uscita è considerata un vero e proprio must per gli appassionati!
Vediamo quindi di analizzarne le caratteristiche, a cominciare dalla scatola: lussuosa ed elegante, scura e satinata. All’interno una sezione in polistirolo ospita il robot e alcuni accessori, mentre le ali e la maggior parte delle armi alloggiano in un blister.
Tirato fuori dal box, il Gundam trasmette istantaneamente tre sensazioni: freddo metallo, solidità ma allo stesso tempo delicatezza. La prima è data dalla massiccia presenza di zama (lega metallica utilizzata nella realizzazione dei modellini) nella struttura interna del mecha, la seconda dalla solidità delle articolazioni e dei materiali, e infine la terza che è una conseguenza del dettaglio smisurato presente nel modello. spuntoni, antenne, pannelli e quant’altro rendono il Gundam Destiny un vero gioiello da vetrina, da toccare con estrema cura.
Naturalmente, come ogni METAL BUILD che si rispetti, una pletora di accessori completa la scatola, tra coppie di mani, armi, scudi e l’immancabile stand espositivo che ne permette anche l’esposizione in fase di volo.
La posabilità fa di questa linea un altro punto di forza, offrendo infinite possibilità alla fantasia del collezionista, che può decidere come meglio esporre il suo robot a seconda della scena che vuole riprodurre o della sensazione che vuole trasmettere grazie alla quantità elevatissima di articolazioni (tutte ad attrito).
Troviamo lo snodo a sfera al collo, che può essere spostato leggermente avanti e indietro; le spalle offrono la possibilità di estrarre l’articolazione permettendo così al braccio di chiudersi in avanti o aprirsi all’indietro; i copri-spalla si aprono come al solito per permettere le evoluzioni della spalla, mentre sul braccio troviamo ben 6 articolazioni (spalla, bicipite, gomito, avambraccio e ben due al polso)!
Il busto si piega in tutte le direzioni grazie a due punti di snodo e può essere anche ruotato, naturalmente; le gambe si muovono in tutte le direzioni e si piegano fino a far toccare quasi il polpaccio alla coscia, come anche la caviglia, forse un po’ limitata nella piega laterale; doppio snodo al piede, che può quindi essere piegato in avanti e indietro; il gonnellino naturalmente si apre in più parti per permettere i movimenti delle gambe.
Dopo aver testato la mobilità del Gundam Destiny, va completato con alcuni accessori: le else alle spalle e i propulsori ai fianchi. Questi ultimi purtroppo limitano alcuni movimenti e, sopratutto, rischiano di graffiare il busto, specialmente montati esattamente come si vede nella scatola. In alternativa è possibile montarli al contrario, in modo da avere le sporgenze superiori che puntano leggermente più in avanti piuttosto che verso l’alto.
Le immancabili armi sono presenti in abbondanza: due spade, un fucile standard, uno ad estensione, uno spadone estendibile e l’immancabile scudo, anch’esso allungabile. Sullo scudo un appunto riguardo proprio alla sua trasformazione, ottenuta grazie ad un attacca-stacca, piuttosto che con un meccanismo a scomparsa, come finora ci ha sempre abituato Bandai.
In aggiunta troviamo anche due scudi traslucidi in plastica morbida che, sebbene siano di grande effetto estetico, sembrano molto delicati al tatto.
Infine le ali, imponenti come sempre, dettagliate in maniera maniacale, la cui apertura è guidata; non è necessario quindi regolare l’angolazione delle singole parti dato che si auto-regolano man mano che viene aperta la parte principale. Naturalmente c’è uno snodo sul punto di aggancio alle spalle che ne permette la regolazione in avanti/indietro.
Il robot non riesce purtroppo a sostenere il peso notevole per via dello snodo al busto che non è abbastanza rigido, per cui diventa obbligatorio l’utilizzo dello stand apposito. In realtà è possibile, con molta pazienza e temerarietà, trovare dei punti di equilibrio e lasciare che il modello stia in piedi sulle gambe pur sostenendo le ali, come fatto nelle foto seguenti. E’ comunque sconsigliato: col tempo le articolazioni potrebbero cedere facendo cadere rovinosamente il Gundam, e, data la quantità di dettagli, le rotture sarebbero probabili.
In conclusione questo METAL BUILD Gundam Destiny è un altro capolavoro firmato Bandai, che non tradisce le aspettative e, al contrario, mostra un’evoluzione della linea nella progettazione delle articolazioni e nella precisione dei dettagli, che in questo modello sembrano rasentare la perfezione.
Consigliatissimo a tutti gli appassionati della serie, ma anche per chi semplicemente apprezza Gundam o, ancor più in generale, i gokin.
Nome: Gundam Destiny – METAL BUILD
Produzione: Bandai
Scala: 1/100
Anno di pubblicazione: 2013 (Dicembre)
Tiratura: Standard
Prezzo di listino: 17850 Yen
Pro:
– metalloso e pesante;
– posabilità estrema;
– dettagli maniacali;
– verniciatura dalla precisione chirurgica;
– ricco di accessori;
– fedelissimo all’anime.Contro:
– il peso delle ali costringe all’utilizzo dello stand;
– i propulsori laterali rischiano di graffiare il busto
Voto Finale: 9.5/10