Nella prima metà degli anni ’80 la ditta giapponese Takara Tomy produsse una linea di giocattoli denominata Diaclone, i cui protagonisti furono principalmente dei robot trasformabili e combinabili, completi di piloti, chiamati Dianauti, che potevano essere inseriti all’interno dei mezzi. La linea ebbe un grande successo anche in Italia grazie alla distribuzione della Gig ed uno dei tanti protagonisti della serie fu il Diatron (Dia-Battle). E’ proprio questo robot che oggi la stessa Takara Tomy ha riprodotto in chiave moderna e che noi andremo ad analizzare in questa recensione.
La scatola è imponente, colpisce subito per le dimensioni particolarmente generose e per la colorazione abbastanza piatta e non troppo elaborata, ma non per questo inefficace; al tatto si noterà anche la consistenza del cartone esterno, particolarmente rigido e resistente. All’interno un solo blister ospita le parti che insieme formano il robot e le decine di combinazioni possibili che, in parte, limitati solo dalla nostra stessa fantasia, vi mostreremo in questa recensione.
A corredo troviamo il dettagliato e provvidenziale manuale ed una favolosa brochure ricca di illustrazioni, foto e notizie del modello. E’ questa la forza di questo prodotto: le 4 parti basilari che lo compongono possono essere combinate tra loro in un’infinità di modalità differenti! Ne abbiamo contate almeno 18, tra quelle fotografate, ma siamo certi che molte altre possono tranquillamente essere realizzate!
Tutte le parti sono realizzate esclusivamente in plastica, ma questa è una caratteristica della maggior parte dei trasformabili Takara Tomy prodotti attualmente, che però, a fronte di un peso non particolarmente consistente, favorisce la trasformabilità e la stabilità dei modelli.
Vediamo dunque di seguito una carrellata di foto che mostrano i singoli componenti contenuti nella scatola. Strepitose le calotte trasparenti che si aprono e permettono di alloggiare i Dianauti nelle cabine di pilotaggio.
I Dianauti, nelle loro minute dimensioni (parliamo di meno di 2 cm di altezza), mostrano un dettaglio incredibile ed una microscopica quanto spettacolare posabilità! Sono dotati di minuscoli magneti sul tallone che permette loro di essere posati su una superficie metallica rimanendo così stabilmente in piedi. Delle piccole pedane autoadesive striate vanno applicate in alcune parti del modello e permettono il posizionamento dei piloti all’esterno dei vari cockpits.
Nella confezione troviamo anche la riproduzione in scala di una fantastica motorbike, che oltre a poter essere alloggiata all’interno di uno dei veicoli, ha la ruota anteriore estraibile, che la rende particolarmente “tamarra” e può essere cavalcata da un Dianauta.
Vediamo dunque di realizzare la combinazione in robot: il processo richiede la consultazione del manuale, poiché le parti da movimentare non sono poche ed è necessario seguire step by step tutte le istruzioni, almeno per la prima volta. Possiamo affermare che la solidità delle articolazioni e degli agganciamenti, nonché la loro precisione, assicurano anche una durata nel tempo delle stesse, anche dopo innumerevoli combinazioni, grazie ad un lavoro ingegneristico di altissimo livello. Takara Tomy ha aggiunto anche una chicca meccanica: infatti la testa viene fuori automaticamente dal busto, e la cabina di pilotaggio del mezzo che la alloggia si ritrae, grazie ad un meccanismo a molla controllato da un pulsante posto sulle spalle.
Ancora una volta la realizzazione tecnica viene esaltata dalla stratosferica posabilità del robot, che nonostante le trasformazioni e le combinazioni, permette una movimentazione delle parti davvero impressionante: la testa ruota in maniera sufficiente su un nodo a sfera; il busto può essere ruotato, ma non flesso; i copri-spalle si aprono permettendo alle spalle qualunque rotazione e piega (articolazione a scatto molto leggero); i gomiti si piegano abbondantemente; i polsi ruotano; le anche, a scatto nel movimento angolare, si muovono ampiamente in tutte le direzioni; un’articolazione sopra la coscia permette alla gamba la rotazione sull’asse; le ginocchia, a scatto, si piegano ben oltre i 90 gradi; le caviglie ruotano egregiamente su un giunto a sfera, infine il piede è articolato sulla punta. Le ali presentano vari punti articolati che ne permettono varie pieghe, forme ed inclinazioni.
Il materiale plastico e la leggerezza (non eccessiva, per fortuna) permettono inoltre di mantenere facilmente una grande stabilità anche nelle pose più estreme.
Una discreta dotazione di armi è presente nella confezione: due spade, che possono essere agganciate alle ali grazie ai perni opzionali appositi, e i vari cannoncini orientabili e intercambiabili che possono essere agganciati alle spalle e alla vita, oltre ai cannoni che, ruotando il polso, sostituiscono le mani.
Vediamo infine la caratteristica di spicco del modello, ovvero le trasformazioni e le combinazioni: praticamente un gioiello d’ingegneria, un nuovo punto di riferimento per i modelli trasformabilli, grazie alle decine di possibilità offerte: i vari componenti possono essere agganciati agevolmente tra loro, grazie agli incastri perfetti e funzionali, e solo la fantasia può porre un limite alle combinazioni possibili: si uniscono due o tre componenti, ognuno in una certa configurazione, quindi il risultato offre ulteriori possibilità, con o senza delle parti, oppure con alcune parti in configurazioni differenti e così via. Lo ribadiamo, nella galleria che segue, comprese le configurazioni precedentemente analizzate, abbiamo contato circa 18 combinazioni diverse, ma siamo sicuri che non sono tutte quelle possibili!
In conclusione questo Dia-Battle V2 della Takara Tomy non delude le aspettative, anzi, sorprende ulteriormente e positivamente per la realizzazione tecnica di altissimo livello. Nonostante la totale assenza di parti in metallo può tranquillamente porsi tra i migliori modelli robotici prodotti negli ultimi anni; ampiamente surclassato il suo predecessore vintage che, se all’epoca era già un gioiellino tecnologico, oggi non può essere minimamente paragonato al nuovo. Un pezzo consigliatissimo per tutti i collezionisti robotici, anche per chi non sa fare a meno del metallo, poiché il Dia-Battle V2 riesce comunque a regalare grandi soddisfazioni!
Nome: Dia-Battle V2 – Diaclone
Produzione: Takara Tomy
Scala: 1/60
Anno di pubblicazione: 2016
Tiratura: Standard
Prezzo di listino: 16200 Yen
Pro:
– dettagliatissimo;
– posabilissimo e stabile;
– trasformazioni infinite;
– piloti piccoli ma ottimamente realizzati;Contro:
– sola plastica
Voto Finale: 9.5/10