Lo sosteniamo da tempo, la comunità dei cosplayer italiani non ha niente da invidiare a quella internazionale. Ed osservando quest’opera concorderete con noi che semmai ha molto da insegnare per inventiva, capacità tecnica e spirito d’iniziativa. L’artista di cui parliamo oggi si chiama Andrea Saviozzi di Pisa, classe 1976, e come tanti suoi coetani ha un posto speciale nella sua memoria per i robottoni di Go Nagai e soci. Ovvio che nel momento in cui ha deciso di intraprendere l’avventura di realizzare un cosplay, la sua attenzione si è subito rivolta a questi soggetti ed al suo preferito in particolare, l’Invincibile Robot Trider G7.
E quando l’ispirazione , la passione e la tenacia si uniscono come nel caso di Andrea, il risultato non può che essere eccezionale. Ed anche le dimensioni assumono una discreta rilevanza, visto che il suo “costume” ha le ragguardevoli misure di 2.45m per l’altezza, 1m per le spalle ed un’apertura alare di 1.85m, corrispondenti a scala 1/27. E non ci stiamo sbagliando, non si tratta di una statua ma di un costume indossabile.
Il nostro è partito da un foglio di carta, dalle immagini e informazioni reperite in rete ed ha realizzato una bozza di come avrebbe dovuto essere la replica. L’obiettivo era realizzare una versione i cui movimenti fossero quanto più fedeli possibili alla controparte animata, senza rovinarne le linee. La soluzione? Adattare i movimenti di chi manovra al robot e non viceversa, realizzando dei trampoli grazie a cui mantenere le proporzioni delle gambe e far coincidere le ginocchia del cosplayer a quelle del Trider. Per le braccia invece gli avambracci sono dotati di snodi simili a quelli delle marionette, mentre le dita vengono azionate tramite dei tiranti. Testa e busto vengono indossate direttamente.
Ma stabilire le linee teoriche di realizzazione era solo la punta dell’iceberg, ora bisognava passare all’opera. Ma quando Andrea si trova nel suo laboratorio circondato da cartone pressato, legno, poliuretano, colla, vernici e ferramenta varia non c’è niente che possa fermarlo. Beh, a voler essere sinceri qualche incertezza all’inzio dei lavori c’è stata, visto che il S.O.C. di Bandai non era ancora disponibile ed ha dovuto affidarsi unicamente alle informazioni reperite sul web per modellarne le forme. Ovvio che quando ha avuto il GX66 tra le mani, il suo primo pensiero è stato accertarsi della giusta proporzione!
Il risultato è devastante, al punto che Andrea e il suo Trider diventeranno sicuramente un punto di riferimento delle mostre a venire. A dispetto delle dimensioni e del peso (15kg del busto completo, ed 8kg ciascuna per le gambe), indossarlo non è così faticoso com può sembrare. Ovvio che la mobilità è oggettivamente limitata, ma il sistema studiato consente un buon controllo del colosso, ma appena terminata la realizzazione il cosplay da Guinnes dei Primati ha avuto il suo battesimo del fuoco presso il CUSPlay di Pisa, per poi partecipare anche Romics 2015 edizione primaverile dove è stato insignito del meritatissimo Premio Speciale Goldrake. Ed è sicuramente solo l’inizio, visto che Andrea ha tutta l’itenzione di partecipare a quante più fiere possibili, tempo libero permettendo ovviamente.
Naturalmente anche se non molto faticoso, indossarlo non è esattamente comodo come una felpa, ma la soluzione è assolutamente geniale: quando il robot non viene indossato può comunque essere esposto staticamente in forma robotica, oppure trasportato trasformato in versione Trider Carro Armato. Ovviamente quando Andrea non è ai comandi non può certo presentarsi in comuni abiti civili, ma indossa quelli del coraggioso Watta Takeo, il giovane pilota che nella serie affronta quotidianamente le malvage forze di Lord Zakuron.
Ringraziamo Andrea per aver condiviso con noi questo suo sogno, per averci fornito le foto presenti nell’articolo e per la sua disponibilità nello svelarci come è nato e si è concretizzato questo straordinario progetto, ma siamo quasi certi che sentiremo ancora parlare di lui in un prossimo futuro. A presto!