Torniamo a parlare di mattoncini LEGO® e torniamo a farlo in grande stile. Di recente il builder David Lambertucci ha reso nota la sua ultima fatica e non abbiamo resistito dal fargli qualche domanda. La Moc in questione prende ispirazione dal Deposito di Zio Paperone visto nella serie “Ducktales” tra il 1987 e il 1990.
Ecco le parole di David, buona lettura!
“Ancor prima di imparare a leggere ero appassionato delle storie dei paperi e in particolare del papero più ricco del mondo! Alle elementari ne ero letteralmente ossessionato, disegnavo il volto dello Zione ovunque e costruii il mio primo Deposito con dei mattoncini ereditati da mio fratello (gli indimenticabili Plastic City Italocremona).
Alla fine degli anni ’80 arrivò la serie Ducktales di cui mi innamorai all’istante, ancora ricordo nella mia testa il “WHOO-HOO!” del ritornello. Una delle cose che mi piacque particolarmente fu quello splendido Deposito così diverso da tutti i precedenti, tutto bianco, slanciato, in stile quasi Art Déco. Già allora, trent’anni fa, avevo deciso che prima o poi lo avrei ricostruito.
Uscito dalla dark age nel 2015 con l’acquisto del set 375 (il mitico castello giallo del 1978, mio anno di nascita), mi ritrovai a costruire un muro di mattoncini gialli e mi accorsi di quanto in realtà quel muro potesse essere “flessibile”. Decisi così di farne uno di una lunghezza tale da potersi richiudere su sé stesso a formare un cerchio, il resto è storia recente! Con la tecnica del “montaggio sotto sforzo” (che in molti definirebbero illegale), che sfrutta la “tolleranza di stampaggio” dei mattoncini, ho costruito le pareti laterali (“snottate” di 90°) in modo però che siano in un certo senso autoportanti, cioè che mantengano quella curvatura che si vede senza tornare diritte (come quando si piega una fascia elastica che poi torna allo stato di partenza).
Per ottenere questo effetto è stata necessaria una consistente quantità di pezzi: parliamo approssimativamente di 800 pezzi (in maggioranza brick e plate 2×2) per ognuno dei quattro angoli dell’edificio, senza considerare qualche accorgimento in più per rafforzare la tenuta delle fasce in tensione.
Il resto delle pareti è costituito soprattutto da brick 1×2, 1×4, 1×6 e con pezzi Technic a fare da contrafforti sul lato interno per aumentarne la stabilità. I muri del piano rialzato che sostiengono la cupola hanno invece uno spessore di 2 stud e una travatura, sotto il tetto, fatta ancora di brick Technic. Per quanto concerne la realizzazione del simbolo del dollaro sulla facciata anteriore, ho sfruttato le conoscenze che già avevo nel campo del “sotto sforzo” (per la parte ovale e le due linee verticali) unendole all’utilizzo dei pezzi wedge plate (per la S). Qui l’impresa è stata non solo far combaciare le diverse sezioni fa loro, ma anche in seguito trovare le misure giuste per attaccare tutta la figura alla parete. Problema risolto anche qui grazie a qualche pezzo Technic, che mi ha permesso di predisporre 10 punti di ancoraggio.
Per la cupola avevo in mente un progetto arditissimo, ma visti i tempi ristretti ho dovuto optare per una soluzione per me più semplice e sbrigativa: il metodo “Lowell”, dal nome del geniale autore che ha standardizzato un sistema costruttivo basandosi probabilmente sull’osservazione dei palloni da volley.
Ho trovato in rete un programmino che permette, partendo dall’inserimento di pochi parametri, di visualizzare (in LDraw) una sfera in mattoncini delle dimensioni desiderate. L’unico problema è che si vede solo la superficie, mentra tutta la struttura interna la devi progettare da solo. Ho quindi ho trascorso due notti insonni per ottenere quella cupola.
Ciliegina sulla torta, il puntale col simbolo $ sulla sommità, frutto di un intenso lavoro di costruzione di prototipi con il dichiarato obiettivo di raggiungere delle linee più pulite possibili. Questa parte è quella che ha richiesto più tempo se rapportata alle dimensioni finali!
Per quanto riguarda il conto dei pezzi, ipotizzo che solo quelli bianchi siano circa 5.000. Non ho però quantificato l’intero progetto.
Le dimensioni finali sono: base 46×77 cm, altezza totale 90 cm. Il peso, lo ignoro.
Modifiche in progetto: costruire anche la camera interna di raccolta delle monete e rendere la parete posteriore apribile! Se tutto va come spero, dovrei riuscirci in tempo per il MEI di Verona (inizio marzo)”.
Ringraziamo l’amico David per averci portati nel dettaglio la sua opera e vi informiamo che in questi giorni sarà possibile vederla dal viva all’interno dell’evento Winter Brick a Ferrara. Cliccate QUI per tutte le info.
Vi lasciamo inoltre il link dell’account Flickr di David dove potrete vedere le tante altre sue bellissime realizzazioni personali.