Continuano le nostre proposte a tema LEGO MOC. Dopo avervi mostrato recentemente la splendida realizzazione dell’AFOL Fabrizio Panini a tema space, e ancor prima l’enorme diorama a tema Simpson dell’AFOL Paolo Maculan, oggi, visto che si avvicina il periodo natalizio, si va in montagna.
Vi presentiamo infatti una bellissima riproduzione di un tipico chalet di montagna realizzata dall’AFOL Angelo Favretti e di sua moglie. Oltre al video, davvero esplicativo, gli abbiamo fatto alcune domane.
Angelo, raccontaci com’è nato il tuo progetto:
“I LEGO mi sono sempre piaciuti ed ho fatto una “pausa” dal dedicarmici, più o meno come tanti, quando sono arrivate certe abitudini, certe necessità di vita e quando si sono instaurate determinate routines, tra la casa, la famiglia ed il lavoro.
Tra i 16 ed i 20 anni sono entrato in quella che viene definita “la Dark Age”, ossia l’età oscura nella quale viene persa la passione per i LEGO; quando, poco più che ventenne, nella prima metà degli anni ’90, ho casualmente voluto rivangare vecchie sensazioni, mi sono reso conto che le cose erano cambiate.
“Prevedibile”, direte, ed a ragione: le cose cambiano, cambia il nostro modo di viverle e voler provare sentimenti e sensazioni identiche dopo anni, è quasi impossibile.
Le idee/passioni che ho sempre avuto, calate nel mondo Lego, erano principalmente due: da un lato c’era l’universo e tutto ciò che potesse riguardare la fantascienza e, dall’altro, la possibilità di vivere in un mondo “legoso”, più o meno come quello che appare anche nel film di animazione “The LEGO Movie”.
L’idea di una “città di Lego” mi ha sempre affascinato e, tuttora, è uno dei progetti che ho in mente.
Quando ho ricominciato a sperimentare la costruzione, quei bei mattoncini luccicanti, quelle forme nuove e quei colori (soprattutto trasparenti) accattivanti, mi hanno spinto a non interrompere l’esperimento, nonostante i tempi a disposizione non fossero poi tanti.
Per molti anni, non ho fatto altro che risparmiare per avere i set che mi potevano piacere di più.
Non sono un collezionista, almeno non in senso stretto: colleziono i set che mi piacciono, cercando di non “perdere” alcun pezzo di mio gradimento relativo ai temi di cui ho parlato; non mi interessa avere una serie completa, bensì avere a disposizione “forme” che mi ispirino.
Ho dimenticato di dire che, per mia enorme fortuna, quella che all’inizio era la mia ragazza e che, pochi anni dopo, è diventata mia moglie, ha inconsapevolmente maturato la stessa passione per i LEGO. Ed è veramente una grande fortuna, da quel che ho capito. 😉
Negli ultimi due anni ho quindi provato, quasi per scherzo, a dar corpo ad un sogno mio e di mia moglie: una casa in stile “modulare”, ossia a piani separabili per osservarne gli interni, costruita sulla falsa riga di una baita di montagna.
Sono partito con l’idea di una baita a due piani, piano terra e primo piano, poi ho proceduto con la necessità di aggiungere un secondo piano e, per poterne mostrare gli interni, dividendo il tetto in due strati, il sotto tetto ed il tetto vero e proprio.
È sicuramente diventata una costruzione più grande di quanto previsto all’inizio, dal momento che la voglia di metterci dei particolari mi ha necessariamente portato a dilatare gli spazi occupati.
Inizialmente, tra l’altro, il progetto è stato fatto tramite il programma LDD (LEGO Digital Designer, una sorta di CAD gratuito contenente librerie di mattoncini preimpostate e messo a disposizione di chiunque, dalla stessa azienda Lego); dal progetto, tuttavia, ho cominciato a sognare di mettere la baita su una montagna e, sognando di poter riprodurre una “vetta” come avevo fare a costruttori molto più esperti di me, ho tentato di progettare anche quella con l’LDD.
Purtroppo non mi sono fermato lì (dico “purtroppo” perché un progetto grande, quando lo si vuole realizzare, diventa una spesa non indifferente) ed alla montagna ho iniziato a voler aggiungere altre “realtà”: un ponte pedonale turistico per raggiungere la baita (non potendo pretendere che gli occupanti si calassero con un secchio), un ponte “di servizio”, almeno utile per svuotare il bidone dell’immondizia e poche altre cose.
Poi… da cosa nasce cosa e, quando mia sorella mi disse “ma non ci metti la cantina?”, il pensiero fu subito quello di prevedere, dentro la montagna, uno spazio per la cantina, oltre ad una grotta collegata con la cantina stessa ed una “maniglia” nella struttura interna, necessaria per il trasporto.
In pratica, quello che avrebbe dovuto inizialmente essere una casa costituita da non più di 2000 mattoncini, è diventato un progetto che, per com’è realizzato ora, conta circa 25.000 mattoncini mentre, sulla carta, il progetto prevede una porzione posteriore che allarga il paesaggio naturale (altre montagne, una cascata, la strada di servizio che arriva a congiungersi con una via pubblica, un laghetto, vegetazione, ecc.), nonché un’estensione dell’abitato, che dovrebbe essere popolato con altre baite che ho progettato nei mesi successivi alla costruzione.
Per riuscire nell’intento, essendo questa la mia prima MOC dopo aver ripreso le redini della passione, mi sono documentato cercando di imparare le tecniche dei costruttori esperti, ho sognato davanti alle costruzioni di altre persone, ho ammirato anche i set nuovi della Casa Madre, ho acquistato alcuni libri sull’argomento e, soprattutto, ho tentato di scrollarmi di dosso il timore di essere guardato stranamente da amici e parenti (ancora molte persone credono che il Lego sia solamente un gioco e, con questo tipo di ragionamento, a mio avviso si perdono una delle cose più importanti della vita).
In pratica, per questa MOC ho lavorato per circa una settimana (una quarantina di ore) con l’LDD; per recuperare i pezzi, modificare la struttura per adattarla alle esigenze del momento e montare il tutto, ho impiegato circa 3 mesi.
Alla fine, pur con diverse modifiche (praticamente, sto continuando a modificarla), non posso certo dire di non essere contento di essere riuscito a “mettere su” un mio/nostro sogno e, soprattutto, di avere altre idee in cantiere, anche relative a “mondi” totalmente diversi (ma sempre da realizzare con i Lego).”.
Ringraziamo Angelo per averci reso partecipi della sua esperienza avuta nel mondo LEGO e ricordandovi di iscrivervi al canale YouTube AnkTales con cui collaboriamo.
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