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Attesissimo dai fan italiani, ecco arrivare finalmente il Bandai GX-76X Dynamic Classic Spazer Set, ovvero il disco di Goldrake e Goldrake 2, accessori assolutamente indispensabili e complementari al GX-76 Grendizer.

Trattandosi di un Dynamic Classic, la confezione ne ricalca le vesti, arricchita come di consueto da splendide illustrazioni ed elegantemente rifinita dalle tinte rossa e nera.

Due blister tengono al sicuro il contenuto della scatola: troviamo, oltre al disco di Goldrake e al Goldrake 2, anche il disco di Alcor, realizzato in proporzione; inoltre troviamo una basetta espositiva con il suo relativo braccio, le armi del Disco Spaziale e gli accessori per i vari agganciamenti del robot ai due mezzi alati.

Il disco eccelle senza alcun dubbio sul piano estetico: decisamente più grande rispetto a quello del vecchio GX-04, mostra una forma assolutamente convincente che richiama perfettamente la controparte animata; la colorazione non mostra alcun segno di sbavatura e i colori sono azzeccatissimi. Tutto eccelso dunque.. apparentemente.

Purtoppo alcuni difetti più o meno importanti si evidenziano subito al primo impatto con il disco: sebbene gli incastri dei pannelli siano praticamente perfetti, la sensazione al tatto trasmette un certo disagio, per via di una mancata solidità, causata proprio dai pannelli stessi che fin troppo facilmente si spostano dalle loro posizioni chiuse, in particolare il blocco posteriore tende a slittare, mentre la pinna centrale si muove con un soffio d’alito… Le ali però sembrano essere il difetto maggiore: l’incastro non è preciso come dovrebbe, per cui l’inclinazione finale, per quanto si cerchi di incastrare al meglio, non è quella giusta, e i dischi alle estremità non raggiungono una posizione parallela rispetto al piano, ma rimangono leggermente inclinati, un vero peccato. Sulla nostra copia abbiamo inoltre trovato alcune imperfezioni sulle zone rosse, in cui appaiono degli aloni simili ad impronte, anche se visibili solo tramite i riflessi di luce. Curioso come non abbiano trovato una soluzione per chiudere lo spazio che rimane aperto tra i due motori…

Molto belli invece i particolari della calotta e degli oblòo sul lato inferiore, entrambi dotati di plastiche trasparenti.

Anche sul Goldrake 2 non c’è niente da dire sul reparto estetico, praticamente perfetto, così come il disco di Alcor nella sua semplicità. Le pale sulla parte inferiore delle ali possono ruotare.

L’agganciamento al Goldrake 2 non è idilliaco, anzi ci ha impegnato più del dovuto, anche se il risultato finale replica alla perfezione quanto visto in TV. E’ necessario sostituire il muso, montando la versione più corta così da non urtare la nuca del robot in fase di agganciamento. Clamorosi i pannelli che sulla zona inferiore del Goldrake 2 devono essere aperti per far uscire fuori il perno di agganciamento: gli incastri non sono perfetti e, invece che aprirsi, tendono a sganciarsi del tutto dalle loro sedi… Una volta estratto il perno questo va incastrato sulla schiena del robot, dove un foro a molla permetterà l’aggancio… forse… nella nostra copia siamo stati costretti ad inspessire con un filo di nastro adesivo il perno stesso, che altrimenti non riesce a reggere la forza della molla…

Per adagiare il Grendizer sul braccetto della basetta espositiva è necessario montarci la sagoma trasparente in plastica che preserva la verniciatura.

L’inserimento del robot all’interno del disco richiede particolari attenzioni, un grande lavoro di precisione e molta pazienza. Tempi andati quelli del GX-04 in cui bastava aprire davanti e dietro due o tre pannelli al massimo e infilarci dentro il robot, senza alcun rompicapo da risolvere e senza che si rischiasse di rompere qualcosa… Sembra che Bandai abbia attinto in pieno alla progettazione del modello di un ‘altra azienda fallita qualche anno fa, realizzandone una copia sicuramente più funzionale, ma altrettanto cervellotica! Bisognerà aprire in una precisa sequenza una serie di pannelli e alette, far indossare una imbracatura al Grendizer e finalmente farlo entrare dentro al disco. Per completare poi con l’allineamento delle braccia difficilissimo da gestire una volta inserito il robot.

Il risultato finale è certamente appagante, e quantomeno sembra anche essere stabile, grazie alla stessa imbragatura che pare reggere saldamente il robot nella sua sede. Il pannello che copre la schiena si aggancia solamente se il robot è perfettamente incastrato nella posizione designata all’interno del disco, così come il portello posteriore non si chiude se le posizioni non sono perfettamente corrette.

I dischi alle alli dello Spazer possono essere rimossi e sostituiti con le famose lame rotanti e i missili perforanti, replicati in maniera superba come già era avvenuto con la versione SRC.

La basetta espositiva, clamorosamente, non può essere utilizzata da sola, ma solo se combinata con quella del GX-76, poichè il perno va agganciato ad entrambe le parti…

Ancora una volta è il contenitore di alcuni accessori, ed è possibile alloggiare il set completo. Il perno che si incastra sotto al disco non si aggancia abbastanza saldamente, e la sua mobilità che ne permette l’inclinazione rende la figure molto instabile, per cui ne consigliamo l’utilizzo solamente con il disco in posizione orizzontale, almeno quando c’è il robot inserito dentro.

In conclusione questo Bandai Soul of Chogokin Dynamic Classic GX-76X Spazer Set, seppur esteticamente eccelso, mostra il fianco su molti aspetti tecnici, quali la robustezza e la stabilità; l’assemblaggio tra le parti, a tratti cervellotico, non mantiene gli alti livelli alla quale la linea si è sempre attestata. Infine la totale assenza di metallo sommata a quanto detto finora, pone questi accessori un passo indietro, dal nostro punto di vista, ai prodotti ben più datati inclusi nelle confezioni dei vecchi GX-04 e GX-04S.

Resta pur sempre un must per chi, naturalmente, vuole completare il set attuale, che comunque si mantiene al di sopra di molte altre realizzazioni, per quel che riguarda il risultato estetico, che in fin dei conti è quello che richiede la vetrina di un collezionista.

Nome: Spazer Set – Soul of Chogokin Dynamic Classic
Produzione: Bandai
Scala: non in scala
Anno di pubblicazione: 2018
Tiratura: Standard
Prezzo di listino: 12.960 yen

Pro:
– sculpt e proporzioni eccelsi;
– fedeltà assoluta;
– colori perfetti;

Contro:
– agganciamenti cervellotici e imprecisi;
– perno instabile;
– zero metallo.

Voto Finale: 7.5/10