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Contrariamente a quanto avvenne nel paese del sol levante, nella nostra terra il Grendizer, meglio conosciuto come Goldrake, ebbe un immenso successo grazie al fatto che fu l’iniziatore delle saghe robotiche trasmesse in Italia. La storia continuativa, tipica delle serie giapponesi, la sapiente e accurata regia, il disegno di alto livello, furono tutte caratteristiche che fecero esplodere in Italia e in altri paesi europei il fenomeno “Goldrake“.

A distanza di 4 decenni, grazie alla serie Soul of Chogokin Dynamic Classics, Bandai ci regala finalmente una nuova e accurata versione del robot più amato degli anni ’80: benchè ispirato ai lungometraggi successivi alla serie TV, il GX-76 Grendizer è senza dubbio la riproduzione più fedele che si possa trovare attualmente sul mercato nel settore dei gokin.

La confezione, leggermente più piccola rispetto ai DC precedenti, per via del ridotto numero di accessori, si presenta nella tipica colorazione a tinte rosse e nere, mostrando sulla facciata principale, oltre alla foto del robot, un bellissimo schizzo dei protagonisti della serie TV; sul retro possiamo apprezzare tutte le caratteristiche del prodotto grazie alla consueta ricca galleria forogrfica; il Grendizer è alloggiato in un blocco di polistirolo, protetto da una pellicola di plastica e assicurato da un coperchio sagomato in plastica trasparente; due grandi blister contengono gli accessori e lo stand espositivo; quest’ultimo è ancora una volta il contenitore di un ulteriore blister in cui troviamo altri accessori.

Una volta estratto il Grendizer dal suo alloggio non possiamo che restare positivamente colpiti dalle sue caratteristiche: il robot si presenta splendidamente proporzionato, molto pesante (circa 350 gr) e particolarmente alto (circa 20 cm).

Lo sculpt generale è tra le caratteristiche principali della linea DC, e il Grendizer non fa eccezione: la testa più di tutto il resto, è il grande salto in avanti che finalmente ci si aspettava, rispetto al vecchio GX-04 e ai vari Super Robot Chogokin di recente produzione: nonostante la fronte forse leggermente troppo alta, possiamo affermare che il suo sculpt rappresenta al meglio l’essenza del Goldrake e lo rievoca perfettamente dai nostri ricordi d’infanzia; il busto ben proporzionato, armonizzato dalle lame delle alabarde, sembra essere stato incollato direttamente dal cartone animato; la mutanda appare perfetta nella colorazione e nei dettagli, così come gli avambracci; infine le gambe, in perfetto stile anni ’70, vanno ad allargarsi dal ginocchio in giù, per finire in una scarpa ancor più larga e tozza, esattamente come visto in TV.

Da tutte le angolazioni crediamo che non ci sia alcun difetto estetico, ne tanto meno di fedeltà; notevole anche la pulizia delle parti posteriori, che non mostrano alcuna vite di montaggio, sapientemente coperti da tappi mimetizzati da pannelli tecnici.

Il peso non indifferente del modello è dovuto alla massiccia presenza del metallo distribuito praticamente su tutto il corpo, ad eccezione delle lamine rosse degli avambracci, dei pugni, delle spalline, delle piante dei piedi e della testa, collo compreso.

Si tratta tutto sommato di un peso non eccessivo, per via dello spessore dei materiali, ben al di sotto degli standard precedenti utilizzati nella maggior parte dei gokin. Solo il passare del tempo potrà darci indicazioni sulla resistenza di queste nuove tecnologie.

La verniciatura non presenta praticamente alcun difetto, anche nei dettagli più piccoli della testa non esistono sbavature o imprecisioni, e ancora una volta le tinte sono fedelissime alla controparte animata.

La posabilità non è certamente il punto forte del modello, ma rimane in linea con quanto visto in questa linea che, come abbondantemente visto nei modelli precedenti, punta alla fedeltà estetica più di tutto il resto.

La testa può essere ruotata abbondantemente grazie al doppio snodo alle due estremità del collo, e soprattutto la si può piegare all’indietro fino ad un angolo più che soddisfacente, permettendo così la posa orizzontale del robot inserito dentro al disco o agganciato al Goldrake 2 (GX-76X di prossima uscita); la piega del collo è una chicca aggiunta che dona ulteriore credibilità alla posa.

Le spalle offrono ampio movimento a 360 gradi, anche se le spalline mobili, anche queste tipiche della linea DC, non sono un bel vedere nelle posizioni più estreme; buona comunque la piega che offrono anche verso l’interno del torace, grazie al giunto estraibile; i gomiti si piegano ben oltre i 90 gradi, e le lamine mobili si allargano agevolmente sul bicipite senza ostacolarne il movimento.

Il busto ruota legermente sull’asse e offre una discreta piega in avanti e all’indietro; curiosa la cerniera sull’addome (unico anti-estetismo presente nel modello) che appare sotto la pinna centrale della mutanda.

Infine le gambe sono sicuramente le parti maggiormente limitate ai movimenti, soprattutto alle anche e alle caviglie, che non riescono a seguire invece l’ottima escursione del ginocchio (unica articolazione a scatto); ci vengono in aiuto le parti sostitutive della mutanda, scavate sul davanti che fanno sì che la gamba possa salire notevolmente verso l’alto, permettendo così pose ben più dinamiche; da notare che mentre i pannelli standard sono realizzati in plastica, quelli scavati sono invece realizzati in metallo.

Tra le armi in dotazione troviamo naturalmente i pugni rotanti, realizzati in tre versioni differenti, raffiduranti le varie fasi di apertura delle lamelle, e le alabarde che, estratte dalle spalle, nella serie TV venivano unite per formare una unica grande alabarda spaziale. Per la prima volta il petto non presenta alcun solco in cui alloggiare le lame delle alabarde, per cui anche questo inestetismo è stato eliminato una volta che queste sono state estratte. Troviamo inoltre delle punte argentate che possono essere aplicate alle estremità delle due singole alabarde, armonizzandone le forme ulteriormente, evitando così quell’effetto “monco” delle due sezioni.

Infine il solito stand espositivo, contenitore di alcuni accessori, ci permette di esporre nel modo più elegante possibile il nostro modello. Sono presenti come sempre due bracci su cui agganciare il Grendizer, uno fisso e uno snodato, entrambi apparentemente adeguatamente resistenti al peso del robot.

In conclusione possiamo affermare con certezza che ci troviamo tra le mani il Goldrake più Goldrake di sempre, che, sebbene non esente da difetti, come la posabilità limitata e la soluzione tecnica delle spalline, rappresenta in maniera più che eccelsa il robot che ha fatto sognare un paio di generazioni dalla fine degli anni ’70 in poi, dando vita poi al filone robotico che ben conosciamo.

La perfezione dei dettagli, la fedeltà estetica assoluta, la qualità della capillare verniciatura, l’altezza nettamente superiore e finalmente proporzionata ai Mazinger Z e Great Mazinger, l’eccezionale sculpt della testa e le proporzioni perfette rendono questo Bandai Soul of Chogokin GX-76 Grendizer Dynamic Classics quanto di meglio offra attualmente il mercato, ed è un acquisto assolutamente consigliato e obbligato per tutti i nostalgici fan del robot più famoso d’Italia, ma anche per tutti i collezionisti robotici in generale.

Non ci resta che attendere con ansia i prossimi accessori, primo fra tutti il disco, che andranno a completare il set finalmente rinnovato che quasi un ventennio fa si trovava nell’ormai datato GX-04S.

Nome: GX-76 Grendizer – Soul of Chogokin DC
Produzione: Bandai
Scala: non in scala
Anno di pubblicazione: 2018 (Aprile)
Tiratura: Standard
Prezzo di listino: 15120 yen

Pro:
– è lui, Goldrake;
– alto e pesante;
– vernici e dettagli perfetti;
– finalmente una testa quasi perfetta;

Contro:
– posabilità limitata;
– le spalline…

Voto Finale: 9,5/10