A distanza di due anni, dopo l’uscita del DX-02, Bandai immette sul mercato l’attesissimo DX-03, il Combattler V, che abbiamo avuto l’onore di recensire per i nostri lettori in anteprima su di itakon.it.
LA CONFEZIONE
Come per i precedenti DX, anche il Combattler V gode di una lussuosa confezione a valigetta, meno ingombrante delle precedenti e priva della sovracoperta tanto delicata dei Mazinger.
Sul frontale possiamo ammirare il robot in tutta la sua interezza su uno sfondo a “V” in cui si possono ammirare i vari componenti; sul retro troviamo invece le classiche immagini di ciò che contiene la scatola e di quali siano le caratteristiche principali del modello.
Ciò che colpisce, però, è il salto di qualità che Bandai è riuscita ad esprimere proprio nella confezione una volta che ne apriamo la scatola principale: 5 scatole interne alloggiano i 5 mezzi che compongono il robot e una sesta la base espositiva. L’eleganza con cui è stata progettata ogni signola confezione non ha pari: ogni scatola è contrassegnata dal numero e dal nome del mezzo che contiene e una finestra ne mostra il contenuto; il sistema di apertura è una vera chicca poichè la forma inclinata di uno dei lati fa si che il coperchio si apra come una scatola di cioccolatini. Il blister interno di ognuna contiene il mezzo stesso e una serie di accessori.
I MODULI: 1. BATTLEJET
Il primo dei mezzi, quello che forma la testa del robot, è un jet dalla forma tozza: ne possiamo apprezzare il carrello interamente richiudibile e la calotta trasparente che mostra il sedile del pilota e la console di comando. Realizzato quasi interamente in metallo, questo mezzo è ricco di dettagli e pannellature.
Schiacciando la pinna principale vengono riprodotti dei suoni.
Il Battlejet è dotato di una serie di armi: il “Magne Laser“, accessorio che si monta sopra la calotta; il “Kikan Hou“, cannoncini laterali che si estraggono; le “Sky Ripper“, che si agganciano alle estremità delle ali.
I MODULI: 2. BATTLECRASHER
Il Battlecrasher si compone del petto e delle braccia del Combattler, e le sue dimensioni sono naturalmente ben più generose di quelle del modulo precedente. Anche quì possiamo ammirare una splendida calotta trasparente che mostra l’interno della cabina di pilotaggio e una buona quantità di dettagli. In metallo la parte mobile della pettorina e la parte superiore delle braccia. Curiosamente non sono state inserite armi per questo modulo.
I MODULI: 3. BATTLETANK
Il Battletank costituisce il busto e il bacino del robot, per cui la sua consistenza è più che ovvia; anche quì fa da prima donna l’eccellente cockpit a vista, mentre dettagli e pannellature quì non sono presenti in grandi quantità, ma ciò è dovuto al design originale particolarmente semplicistico.
Troviamo il metallo nella scocca esterna e in partedelle cinghie che movimentano i cingolati, questi ultimi realmente funzionanti. Particolarmente delicate invece le antenne, alle quali bisognerà prestare la massima attenzione in tutte le fasi delle trasformazioni.
Un appunto sul posteriore che, per via dell’inserimento delle gambe, presenta un vuoto particolarmente anti-estetico, per il quale secondo noi sarebbe stato gradito un pannello di copertura aggiuntivo.
Un tasto situato nei pressi delle antenne replica dei suoni.
Ottima la dotazione di armi: troviamo quì le “Power Arm” (le grosse tenaglie estraibili sul frontale), le “Anchor Knuckle” (catene che si agganciano sulla parte superiore frontale) e il “380 Miri Sensha Hou” (il grosso cannone mobile che si aggancia in mezzo alle antenne).
I MODULI: 4. BATTLEMARINE
Il Battlemarine, che compone le gambe del Combattler, è sicuramente il mezzo più grande dei cinque e probabilmente anche quello più pesante, per via della grande quantità di metallo presente sia sulla parte superiore che su quella inferiore delle gambe (intorno al ginocchio e nei carrelli). Il carrello retrattile posteriore ci ha dato una discreta quantità di grattacapi, poichè la sua estrazione, almeno nella nostra copia, offre una resistenza eccessiva, e ci ha costretti ad usare una leva (rigorosamente in plastica per non danneggiare o graffiare) per riuscire nell’intento.
Quì un pannello trasparente va agganciato sul posteriore per dare stabilità al mezzo.
Un pulsante posto all’interno di uno dei polpacci permette di riprodurre dei suoni.
Nessuna arma prevista per questo mezzo.
I MODULI: 5. BATTLECRAFT
L’unione dei piedi del robot forma il Battlecraft: nella sua semplicità appare ottimamente dettagliato e la presenza di ben quattro calotte trasparenti ne esaltano i particolari. ANche quì troviamo una buona quantità di metallo in tutta la scocca.
Come armi troviamo le “Craft Drill” estraibili direttamente dal frontale tramite un perno posto alla base del mezzo.
I MODULI SULLA BASE ESPOSITIVA E IL ROBOT KEROT
La base espositiva, di dimensioni davvero generose, permette di esporre i 5 moduli insieme, tramite gli appositi perni. Sebbene Bandai si sia impegnata nel realizzare questa sorta di multi-purpose stand, l’effetto finale ci pare un po’ confusionario per via della vicinanza dei mezzi stessi tra loro e per via dei sostegni che ne intralciano un po’ la visione. Interessante la presenza di tre pulsanti alla base che replicano alcune musiche della serie tv. I moduli Battlemarine e Battletank vanno agganciati prima di aggiungerli alla base: Il primo sarà in grado di trasportare il secondo per via aerea.
Una chicca la presenza del robottino Kerot, il classico personaggio combina guai tipico delle serie robotiche dell’epoca. Lo si aggancia alla base grazie ad una pinza che lo avvolge in una morsa automatica, nel momento in cui lo spingiamo in fondo. Il robot, inoltre, oltre ad avere il collo e le braccia snodate, è molto ben dettagliato, e spicca il particolare della testa trasparente che ne mostra il meccanismo interno.
LA TRASFORMAZIONE IN COMBATTLER V
Abbiamo trovato la composizione dei mezzi in Combattler particolarmente semplice ed efficace e, avendo avuto già esperienza con il datato fratello minore Soul of Chogokin GX-03, la prima volta lo abbiamo realizzato in scioltezza senza neanche consultare il manuale. SCONSIGLIAMO VIVAMENTE QUESTA PRATICA, poichè ci sono diverse parti delicate e seguire passo passo quanto illustrato nel libretto di istruzioni farà si che non si rischi di saltare qualche passaggio e completare senza intoppi la procedura (l’entusiasmo e l’impazienza infantile ha avuto il sopravvento su di noi questa volta…).
Nelle fasi illustrate di seguito abbiamo avuto la cattiva idea di aprire la testa fin da subito, cosa che invece il modello permette di fare solo alla fine, proprio come si vede nella serie TV, ma vediamo di descrivere passo passo come avviene l’agganciamento dei vari moduli e la trasformazione in Combattler V!
Partendo dal Battlejet, tolte le armi, va richiuso il carrello ed allungato il corpo che formerà così il collo del robot. Sul Battlecrasher inizialmente va soltanto ripiegata in alto la parte frontale, nonchè l’unica mobile della pettorina, mentre i carrelli vanno ripiegati all’interno del bicipite. Una volta agganciata la testa potremo apprezzare in automatico il suono dell’agganciamento come visto in TV e l’illuminarsi degli occhi e delle “V” sulla fronte, sempre che abbiamo mantenuto in posizione di “on” tutti gli interruttori presenti sui mezzi.
Sul Battletank sarà necessario semplicemente ribaltare i cingoli in modo tale che finiscano su quella che sarà la schiena del robot. In questa fase occore fare molta attezione alle antenne, ripetiamo, particolarmente delicate.
Dal Battlemarine bisognerà sganciare il pannello trasparente posteriore, richiudere i carrelli (altro grattacapo per quelli posteriori, congegno cervellotico), e avvicinare le gambe; quest’ultima operazione ha richiesto l’applicazione di una forza davvero eccessiva, poichè lo snodo alle anche appare eccessivamente resistente; buono per la stabilità del modello, ma davvero pericoloso in fase di trasformazione.
Il Battlecraft va diviso in due, anzi approfittiamo per segnalare l’agganciamento magnetico delle parti che, seppur comodo ed efficace, non sembra all’altezza di reggere il peso delle parti per cui consigliamo di maneggiare il mezzo tenendo sempre entrambe le due metà ben salde. Va inoltre spinta in avanti la pinna. Anche quì l’agganciamento dei piedi produrrà il suono apposito.
Il Combattler è quasi pronto, non resta che chiudere le alette sulle spalle e sui fianchi, il che avviene in maniera eccellente semplicemente ripiegando le stesse e facendole alloggiare negli appositi vani. Un meccaniscmo a scomparsa fa si che anche i motori del Battlecrasher presenti sulle spalle possano essere richiusi all’interno delle stesse.
Infine non resta che addrizzare le braccia che, una volta in posizione, faranno fuoriuscire le mani dagli avambracci.
Non ci resta che montare la coppia di mani desiderata e il Combattler V è pronto al combattimento!
Il modello risulta imponente e maestoso, è alto circa 36 cm, contro i 32-33 dei precedenti DX-01 e DX-02. Ottime le proporzioni e lo sculpt generale, che rappresenta fedelmente quanto visto nella serie TV. Ancora una volta in generale scarseggiano le pannellature e i dettagli, ma, lo ribadiamo, è dovuto al concept originale del mecha.
LA POSABILITA’
Trattandosi di un componibile, la posabilità non è eccelsa, ma è comunque sufficiente a conferire al robot delle pose suggestive e dinamiche che siamo sicuri che non faranno pesare l’assenza di alcuni snodi cruciali, come ad esempio quello del busto, del tutto fisso, e quello delle anche, limitate dall’incastro con il busto stesso.
Ampio movimento è concesso invece alle spalle, che godono di un meccanismo ad estrazione, ma curiosamente ad attrito, e questo ci ha fatto storcere il naso per via del peso delle grandi braccia che, seppur mostrandosi stabili, ci fanno preoccupare sullatenuta nel tempo.
Ginocchia e anche, nelle loro posizioni limitate, offrono invece un ottimo snodo a scatto.
Eccessivamente resistente invece la rotazione del collo che sul nostro modello ne ha anche causato la fuoriuscita dalla sede, e relative imprecazioni nel tentativo di rimetterlo a posto, nulla di grave comunque.
Il Combattler V risulta comunque sempre particolarmente stabile nelle sue pose, grazie, evidentemente, ad un sapiente lavoro di bilanciamento delle parti.
LE ARMI DEL COMBATTLER
Una discreta dotazione di armi è compresa nella lussuosa confezione del DX-03.
Le “Twin Lancer” sono due spade che possono essere unite per formare una grande lancia.
Il “Big Blast Divider” viene sparato dalla cinta del robot. Di notevoli dimensioni rappresenta perfettamente quanto visto nella serie TV.
I due “Atomic Burner” possono dare vita anche ad un unico potente raggio distruttivo, unendo le braccia con l’apposito accessorio.
Il “Choudenji Crane” è un potente raggio distruttivo che il robot scaglia dalle braccia ma che rimane agganciato tramite un cavo in acciaio.
Ancora le braccia unite permettono l’utilizzo della “Battle Galega”.
Dai dischi posti ai fianchi il Combattler ricava i “Choudenji Yoyo”. Su questi notato il modo in cui vengono agganciati alle mani tramite dei perni trasparenti che, oltre a restare del tutto invisibili, permettono la rotazione delle lame dei dischi.
Infine il “Choudenji Spin” rappresenta una delle armi finali del robot, e si ottiene ancora una volta unendo le braccia del Combattler.
LA TRASFORMAZIONE IN AUTOCARRO
Il Combattler può essere trasformato in un grande autocarro, grazie ai cingoli ribaltabili e ai piedi ripiegabili. Sarà necessario estrarre nuovamente il carrello alle ginocchia, cosa non faciel, ma il risultato è apprezzabile, sia per resa estetica, sia per maestosità del carro stesso.
IL COMPARTO SONORO
Come per i precedenti DX anche il Combattler V è dotato di un comparto sonoro notevole, per il quale vi rimandiamo alla visione del seguente breve video:
CONCLUSIONE
La linea Soul of Chogokin DX è naturalmente una extra-lusso, per via della qualità dei prodotti inseriti e delle loro dimensioni; questo fa si che i modelli non siano alla portata di tutte le tasche ma, al netto di ciò, non possiamo che elogiare un modello che presenta difetti pari a zero, data la sua realizzazione tecnica impeccabile, la verniciatura praticamente perfetta e la notevole quantità di metallo presente. Si potrebbero far notare gli unici segni di sprue visibili all’interno dei polpacci ma, appunto, si tratta di una zona piuttosto in ombra e poco visibile per cui di fatto trascurabile. Alcuni snodi risultano troppo resistenti ma questo aiuta la stabilità del modello.
In generale possiamo affermare che si tratta di un Combattler V eccezionale e difficile da migliorare, che sicuramente potrà soddisfare gli appasionati che lo aspettavano da tempo.
Nome: Combattler V – Soul of Chogokin DX-03
Produzione: Bandai
Scala: non in scala
Anno di pubblicazione: 2017 (Dicembre)
Tiratura: Standard
Prezzo di listino: 59940 yen
Pro:
– maestoso, imponente, perfetto;
– verniciatura eccelsa;
– fedele alla controparte animata;
– ricco arsenale di armi.Contro:
– ci sono necessariamente i compromessi posabilità/componibilità;
– alcuni snodi troppo duri.
Voto Finale: 9.5/10