Esisteva un tempo in cui la linea Soul of Chogokin di Bandai era una certezza; si sapeva quando, come, cosa e perchè; e c’era una precisa identità. Col tempo tutte queste certezze sono svanite e, mentre un tempo il nuovo SOC era un rituale regolarmente scadenziato, oggi assistiamo a periodi di silenzio totale e a mesi in cui molti modelli vengono letteralmente “valangati” sul mercato. Lo stesso vale per i soggetti e per le loro caratteristiche, che tendono spesso alla sperimentazione, sono promulgatori o progeniti di altre linee o al contrario il culmine di altre.

Il GX-81 Zamboace è sicuramente un perfetto rappresentante di molti di questi aspetti, per la natura particolarmente ambigua del soggetto ma anche della realizzazione tecnica.

Vediamo di analizzare questi aspetti in questo articolo, partendo dalle caratteristiche più superficiali, come sempre, iniziando dalla confezione. Su questa nulla da segnalare, è la tipica confezione attuale, elegante e dai toni scuri alternati alle colorazioni vivaci del modello, ben protetto dal solito polistirolo e accompagnato dalla giusta quantità di accessori ospitati in un blister.

Lo Zamboace si trova in forma di astronave Zambird, così è questa la prima configurazione che ci troviamo tra le mani. Dobbiamo solo aggiungere l’ala superiore, a nostra scelta tra quella intera e fissa, fedele alla versione animata e meglio proporzionata, e quella pieghevole e retrattile che ci permette di realizzare una trasformazione più veritiera, pur pagando lo scotto di avere cerniere a vista e una dimensione leggermente più piccola del dovuto.

Le forme e i dettagli dello Zambird sono particolarmente semplici e la trasformazione lineare ha reso piuttosto agevole il lavoro degli ingegneri che, come già avvenuto nel GX-23, hanno realizzato un modello molto fedele alla controparte animata. Notevoli le calotte trasparenti apribili che mostrano l’interno delle cabine di pilotaggio e i piloti stessi (Kappei e il cane Chionishiki). E’ inoltre possibile agganciare le armi accessorie Tremble Horn sull’ala superiore e i cannoni anteriori Bird Can.  Lo stand espositivo, contenitore degli accessori, permette di esporre il modello in volo. E’ possibile utilizzare anche il braccio snodato ma ne consigliamo l’uso per le pose dello Zamboace per questioni di stabilità. La base di appoggio rappresenta parte del Bear I, un’altro dei mezzi di trasporto utilizzati dalla famiglia degli eroi nella serie TV.

La trasformazione in Zamboace, come già detto, è piuttosto agevole e lineare e riprende in pieno quella dell’anime e quella già progettata nella scatola del vecchio GX-23 Zambot III.

Le braccia si estraggono dal busto, si allungano gli avambracci e le gambe e si tira fuori la testa; questa fa si che si allarghi il meccanismo alla base del collo. Il robot nella sua configurazione finale appare molto ben proporzionato e fedelle alla controparte animata sia nei dettagli che nella colorazione. Anche in questo caso abbiamo la possibilità di scegliere tra la pettorina trasformabile e quella fissa. Nella trasformazione vanno richiusi i sedili dei piloti verso l’interno, poichè questi nel cartone vanno ad occupare un posto di pilotaggio diverso dai piedi, e vanno inoltre chiusi i vani ai fianchi con i pannelli appositi. Segnaliamo, tra i pochi difetti di questo modello, la scarsa stabilità del pannello più grande, legato al corpo ali,  che tende sempre ad aprirsi leggermente.

La posabilità è ottima, grazie alla notevole escursione di gambe e braccia. Le parti più limitate risultano essere il busto, che può leggermente essere piegato in avanti, mostrando però il vuoto sulla schiena, e il collo che non può essere piegato in avanti. Curiosa la limitazione laterale delle caviglie che non riescono ad assecondare l’ampia escursione di anca e ginocchia, pur avendo il ball joint a vista.

Infine l’arma dello Zamboace è ottimamente riprodotta e può essere upgradata dai vari accessori, così come visto nella serie TV. Questi si possono inserire nel cinturone in dotazione.

Interessante infine la presenza di un volto aggiuntivo che riprende l’aspetto goliardico della serie in cui il robot mostrava delle curiose espressioni facciali.

In definitiva questo Bandai Soul of Chogokin GX-81 Zamboace è una splendida replica del robot apprezzato nella serie TV, ne riproduce le caratteristiche principali ed è tecnicamente impeccabile. Di fatto appare anche piuttosto ambiguo per via di alcune soluzioni tecniche: lo snodo al busto che scopre il vano interno sulla schiena è quanto si vede nei nuovi Full Action della stessa linea, come ad esempio il GX-79 Voltes V; non si trasforma nella testa dello Zambot III, per cui non potrà essere parte di un eventuale progetto in larga scala (cosa che avveniva invece nel GX-23, dove proprio lo Zamboace era anche decisamente più piccolo). Appare dunque quasi una via di mezzo sperimentale tra il classico Soul of Chogokin e i nuovi Full Action, e non sembra avere una logica all’interno della linea, a meno che Bandai non abbia intenzione di affiancare altri robot secondari come ad esempio l’Antares di Daltanious e simili.

Resta comunque un eccellente prodotto, tecnicamente valido, dalla verniciatura assolutamente perfetta e dagli snodi solidissimi, anche se tutti ad attrito.

 

Nome: GX-81 Zamboace – Soul of Chogokin
Produzione: Bandai
Scala: non in scala
Anno di pubblicazione: 2018
Tiratura: Standard
Prezzo di listino: 16.200 yen

Pro:
– proporzioni e sculpt eccellenti;
– vernici e dettagli impeccabili;
– ottima trasformazione;
– buona posabilità;

Contro:
– manca la trasformazione in testa dello Zambot III;
– ibrido tra SOC, SRC, FA SOC…

Voto Finale: 8/10