Amici appassionati dei coin-op, popolo invasore delle ormai abbandonate sale giochi, abbiamo pane per i vostri denti! Quanti di voi hanno passato le ore a giocare, o a guardar giocare, il videogioco degli anni 80 R-Type?
Per chi non ne avesse mai sentito parlare finora, parliamo di un videogioco sparatutto a scorrimento orizzontale di fantascienza prodotto dalla Irem nell’ormai lontano 1987. Nato appositamente per essere utilizzato nei cabinati delle sale giochi, nel tempo è arrivato anche all’interno delle abitazioni grazie alle versioni per console e PC.
Come molti dei grandi prodotti che hanno goduto di enorme successo, anche R-Type ha visto la comparsa di successivi nuovi capitoli che hanno creato nel loro insieme una vera e propria saga. Ultima, ma come si dice non meno importante, l’arrivo del capitolo dal nome “R-Type Final 2”.
Grazie agli amici di Koch Media abbiamo avuto la possibilità di provarlo e di potervi portare qui su Itakon.it le nostre personali impressioni.
Sarà riuscito questo nuovo titolo a farci sentire quelle vibrazioni “amarcord” che tanto amiamo noi nostalgici appassionati? Scopriamolo insieme!
Tecnicamente parlando ci aspettiamo delle migliore rispetto ai precedenti capitoli ma non uno stravolgimento. Segnaliamo inoltre che lo studio giapponese Granzella ha sviluppato questo titolo utilizzando il motore grafico Unreal Engine di Epic Games.
Prima di addentrarci più nel dettaglio vi informiamo che abbiamo giocato a R-Type Final 2 utilizzando come piattaforma il Nintendo Switch, la console ibrida di casa Nintendo.
Dopo un filmato introduttivo dalla breve durata, si accede direttamente alla prime fasi di gioco. L’essenza è quella di un gioco frenetico, a volte brutale. Sparare, avanzare e raccogliere più oggetti possibili utili al proprio potenziamento è tutto ciò che dovete fare. Può sembrare semplice e forse riduttivo ma possiamo garantirvi che, pad alla mano, tutto sarà tranne che semplice. Vestirete quindi i panni di un pilota che, a bordo della propria astronave, avrei come obbiettivo quello di distruggere le minacciose flotte nemiche dal nome Bydo.
Come da tradizione della saga, il gioco è difficile, senza sé e senza ma. All’avvio di ogni livello si ha possibilità di selezionare il livello di difficoltà, il primo viene chiamato “addestramento”, segue quello chiamato “bambino” e così via fino al quinto livello. Ecco, il livello denominato bambino farà già saltare i nervi a molti voi! Vi consigliamo caldamente di iniziare utilizzando il livello addestramento in modo tale da approcciare in maniera graduale alle dinamiche di gioco e poter così allenare l’occhio.
Il gioco risulta comunque sufficientemente modulare e le armi a disposizione sono molteplici. Tuttavia sappiate che una volta scaldati i motori della vostra astronave, ci sarà da divertirsi. Già dal primo livello, ambientato in una sorta di stazione spaziale, verrete attaccati da orde di nemici che altro non vorranno che farvi saltare per aria.
Tra le armi abbiamo a disposizione il pod, una sorta di nucleo che potrà essere utilizzato in diverse maniere a seconda delle esigenze. Esso infatti può essere facilmente agganciato alla nostra astronave sia anteriormente che posteriormente, ma può anche essere lasciato libero di volare in maniera autonoma a nostro supporto.
Diverse le astronavi a disposizione che potremo pilotare: nella fase iniziale ne abbiamo tre mentre tutte le altre verranno sbloccate con l’avanzare del gioco. Esse, così come il pilota stesso, possono essere personalizzate sia nei colori sia nelle grafiche.
Il gaming risulta fluido e senza cali di framerate visibili. C’è da dire che il gioco non sembra essere particolarmente richiedente, ma punta chiaramente sull’immediatezza e la velocità. Nota positiva, sul fronte grafico, sono le continue esplosioni che si susseguono durante le partite. Non mancano nemmeno una oggetti scenici che arricchiscono il quadro.
In conclusione possiamo dirvi che le aspettative sono state mantenute, il titolo in questione è divertente e ha la tipica dinamica sempre più old school che richiede al giocatore di imparare i pattern dei nemici e i livelli per poter avanzare nei quadri successivi, oltre che una grande dose di riflessi.
Per giocarlo al massimo livello di difficoltà dovrete diventare davvero dei piccoli campioni. Infine, noi lo abbiamo giocato in portatile con Switch alla mano ma non vi nascondiamo che questo gioco ci ha fatto venire molta voglia di un bel Joystick Arcade Stick per simulare ancor di più i tempi che furono.
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