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In occasione del 50o anniversario di Mazinger Z, Bandai non ha potuto esimersi dalla realizzazione del nuovo Soul of Chogokin GX-105 Mazinger Z Kakumei Shinka, tratto dalle prime tavole apparse nella serie TV ed in particolare dalla sigla iniziale che è rimasta impressa nella mente di intere generazioni di bambini ammaliati dall’azione, dalla eroicità e dalla drammaticità delle scene rappresentate.
La perfezione del precedente GX-70 sembrava ormai difficile da superare, eppure gli ingegneri del colosso nipponico sono riusciti, grazie ad un nuovo design completamente rivisto, a realizzare un modello nuovo e di grande impatto scenico, che punta dritto al cuore dei nostalgici che rivedono nel modellino le fattezze perfettamente riprodotte di quel robot incredibile che appariva in TV nella prima metà degli anni ’70 (in Italia fu trasmesso nel 1980).
Ma dall’analisi del modello, ricco di pregi, non possiamo fare a meno di trovare alcune piccole mancanze di contorno, partendo dalla confezione: il cartone esterno è particolarmente rigido, a compensare la totale assenza del classico polistirolo; un unico blister, infatti, ospita sia il robot che tutti i suoi accessori, facendo ovviamente storcere il naso ai collezionisti più meticolosi e a quelli più nostalgici abituati alla confortevole protezione del polistirolo, tipica della linea Soul of Chogokin. Le dimensioni generali sono particolarmente ridotte, vista anche l’assenza della tipica base espositiva, neo più significativo della confezione.
Come sempre le illustrazioni rappresentano le caratteristiche del modello, mentre una elegante tinta lucida nera fa da sfondo alle varie immagini.

Il Mazinger Z si presenta subito solido e massiccio, grazie alla buona quantità di metallo con cui è realizzato e alla solidità degli snodi; anche le dimensioni non deludono, dato che l’altezza generale è leggermente maggiore del precedente GX-70.
Il design, come già anticipato sopra, attinge a piene mani dalla versione classica della sigla iniziale, rendendo il robot più tozzo e possente grazie alla maggiore consistenza degli arti e ad una testa ben più grande del solito rispetto al corpo.

L’Hover Pilder è molto ben curato, e nonostante le dimensioni ridotte possiamo apprezzare la trasparenza della calotta che mostra il pilota all’interno e le ali pieghevoli che ne permettono l’agganciamento sopra la testa di Mazinger. Quest’ultimo dettaglio ci ha lasciati un pò perplessi, perchè l’incastro non è perfetto, non ci sono perni e fori ne magneti, e il mezzo volante di adagia facendo incastrare la sagoma della base allo scavo della testa, senza però che l’incastro stesso sia particolarmente solido; la faccia, inoltre, tende a sganciarsi di conseguenza.

La posabilità rappresenta un punto forte di questa edizione: la testa ha il doppio snodo al collo; il busto può essere ruotato ed estratto per aumentarne l’escursione (doppio snodo al petto e alla vita); anche le spalle si estraggono aumentandone così la piega ottenibile; buona la piega dei gomiti, mentre le mani si muovono su un ulteriore doppio perno anche questo innovativo; le anche finalmente non ci obbligano a sostituire la mutanda per ottenere una buona piega, visto che anche queste funzionano ad estrazione (con doppia estrazione); infine sono buone anche le pieghe fornite dalle ginocchia e dai piedi (anche le caviglie si estraggono). Ribadiamo l’ottima solidità di tutti gli snodi che ci permette di posare il nostro Mazinger in tutta sicurezza.

Un meccanismo a molla ci permette di sparare il “pugno atomico” premendo sul retro della spalla del robot, mentre, sostituendo il pannello sulla pancia, possiamo agganciare e sparare il “missile centrale” premendo l’apposito tasto dietro la schiena. Particolarmente delicato il sistema di agganciamento degli avambracci, per i quali bisogna fare molta attenzione al verso in cui vengono inseriti per evitare la rottura dei perni, che altro non sono che le fiamme riprodotte dal lancio dello stesso avambraccio.

Infine il Jet Scrander, immancabile, si aggancia perfettamente alla vita del Mazinger Z, ma la precisione delle sagome impone ancora una volta una particolare attenzione per non graffiare le vernici; anche nel GX-105 l’incastro della cintura è particolarmente resistente e impegnativo da sganciare.
Il verso delle ali può essere variato semplicemente invertendo l’agganciamento delle parti destra e sinistra, soluzione saldamente adottata in tutte le edizioni del Mazinger dopo il datato GX-01.

In definitiva, questo Bandai Soul of Chogokin GX-105 Mazinger Z Kakumei Shinka, in cui si è finalmente deciso di unificare varie soluzioni tecniche di modelli precedenti (come gli snodi ad estrazione del GX-45 e il pannello della pancia sostitutivo del GX-70), rappresenta una versione del robot più nostalgica e più “goffa” che si rifà maggiormente alle sequenze spesso molto più che approssimative che si potevano vedere nella serie TV, e sicuramente rende felici tutti i collezionisti più attempati che rivedono ancora più da vicino il robot che hanno amato da bambini; in ogni caso si tratta di una edizione ben appetibile anche al resto degli appassionati che troverà un modello ben realizzato, accattivante e carismatico, che non presenta alcun difetto degno di rilievo, se non la mancanza della basetta espositiva.

Nome: GX-105 Mazinger Z Kakumei Shinka – Soul of Chogokin
Produzione: Bandai
Scala: non in scala
Anno di pubblicazione: 2022
Tiratura: Standard
Prezzo di listino: 11.800 yen

Pro:
– fedele all’originale della sigla storica;
– soluzioni tecniche dei modelli precedenti aggregate;
– vernici e dettagli perfetti;
– ottima posabilità;
– metalloso e possente;

Contro:
– manca la basetta espositiva


Estetica: 9.5
Posabilità/Articolazioni: 8
Accessori: 6
Voto Finale: 8/10