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A diversi mesi dall’uscita del DX Mazinger Z, già recensito su itakon.it, Bandai  permette di completarne il parco accessori con l’uscita sul mercato del costoso Jet Scrander Set, immancabile per tutti i fan del leggendario robot.

Vediamo dunque nel dettaglio in cosa consiste questo set aggiuntivo e come è realizzato.

La confezione presenta il classico brown box esterno (scatola normalmente non decorata, dal classico color cartone, che presenta al più il logo e/o il titolo della confezione), tipico dei prodotti limited e/o di fascia alta.
Nulla di troppo ricercato, sebbene sia molto apprezzata dai collezionisti, nonchè rappresenti una protezione consistente.
Quest’ultima è perfettamente in linea con la scatola del Mazinger, che presenta l’accoppiamento dei colori nero e rosso di base, e la classica foto del soggetto all’interno sulla facciata principale. Il soggetto in questione è il Jet Scrander, ovvero il mezzo alato che, nella serie tv, agganciato alle spalle del robot, ne permette il volo. Anche questa confezione appare molto elegante e ben curata, in linea con le produzioni robotiche Bandai, sempre molto attenta a questo aspetto. Tra il contenuto, posizionato in due blister, troviamo, oltre al mezzo sopra citato, il jet-pilder, ovvero l’evoluzione dell’hover-pilder (il mezzo pilotato da Koji Kabuto che va ad agganciarsi sulla testa di Mazinger Z), gli avambracci dotati di lame (rocket punch), due coppie di lame aggiuntive da agganciare al braccio scoperto dall’armatura, il manuale, una targhetta metallica da applicare allo stand, ed infine 2 stand espositivi: uno per il solo jet scrander che è provvisto anche di una piccola pedana per il pilder, e uno per il robot dotato di supporto che dovrebbe renderne più stabile la posa con le ali montate.

Gli stand espositivi sono discretamente realizzati, in particolare quello del solo Scrander ha un aspetto molto accativante per via della rampa di lancio ben realizzata: peccato solo che non ci sia nulla di verniciato e si tratti semplicemente di materiale pre-colorato; ma non è il solo difetto, infatti il congegno che sembra permettere la rotazione orizzontale della rampa è finto e non consente nessun movimento, mentre invece la struttura in cui corpo delle ali viene poggiata può essere mossa sull’asse avanti e indietro, ma anche qui appare un difetto: portarla troppo avanti significa far perdere equilibrio a tutta la struttura, che cede in avanti!

Notare infine le dimensioni che, dalla base all’altezza della pinna, raggiungono i 15 cm di altezza, quasi un classico robot della serie Soul of Chogokin!

Nulla da dire invece sullo stand inserito nella confezione per il robot, è tale e quale alla base dell’hangar già presente nella confezione del DX, solo che non ha nessuna peculiarità.
Forse l’altezza è anche eccessiva, ma almeno è possibile inserire sotto alcuni degli accessori del robot, come ad esempio le parti della corazza non utilizzate.

Il jet pilder è una di ottima fattura: colorazione perfetta e trasformazione impeccabile, oltre alla consueta visione interna dell’abitacolo, pilota compreso, come già si era visto per l’hover pilder. Finalmente un Mazinger in cui il jet pilder che non fa una magra figura al cospetto del più classico hover pilder (ricordiamo, ad esempio il GX-01R, in cui il risultato è ben diverso…).

Il Jet Scrander, il vero protagonista della scatola, è invece un vero “mostro”, imponente e solido, che imprime potenza e grandiosità anche se esposto da solo sullo stand apposito, e anche se è realizzato totalmente in plastica. Il dettaglio non è lasciato al caso, nonostante il design originale non presenti superfici particolareggiate, e nell’insieme la sensazione è quella di un vero e proprio veicolo volante. L’antenna anteriore può essere nascosta all’interno del corpo principale, mentre le ali possono assumere un’angolazione variabile, secondo l’assetto desiderato; possono inoltre essere rivolte verso l’alto o verso il basso, semplicemente sganciandole dal corpo e invertendone i lati, come possono anche essere rivoltate per mostrarne la facciata desiderata: questo perchè, grazie al pannello removibile che ne consente l’esposizione dei meccanismi interni, è possibile scegliere di mostrare la parte “liscia” per essere più fedeli all’anime. La peculiarità delle ali resta comunque proprio la struttura interna che può essere mostrata, e il dettaglio riprodotto è davvero impressionante, in linea con quanto si è visto con il robot.

I motori sono anche questi discretamente dettagliati, mentre la verniciatura, satinata sul rosso e matta sul giallo, non presenta imperfezioni.

Infine l’agganciamento sul robot non è esente da difetti, in primis lo scarto che appare subito evidente tra busto-cintura e bacino-cintura: resta uno spazio a nostro avviso troppo ampio tra le parti, contrariamente a quanto visto, invece, in tutte le realizzazioni della linea Soul of Chogokin precedenti (GX-01, GX-01R, GX-45, GX-49), in cui il busto diventava un tutt’uno con la cintura dello scrander, un vero peccato!

Per fortuna nell’insieme la pecca non compromette la resa generale, e il robot alato è un vero piacere per la vista, che sia in configurazione completa di armatura o anche parzialmente rimossa, con ali rivolte verso l’alto o verso il basso, sempre più che convincente.

Infine i rocket punch completano il quadretto permettendo finalmente di simulare il lancio di una tra le armi più significative di Mazinger Z.

Purtroppo si riscontrano altri difetti non indifferenti, che non possono passare inosservati: il primo è la solidità dell’aggancio del jet scrander sulla schiena, che resta sempre abbastanza instabile se non viene chiusa e ben agganciata la cintura, e questo causa il secondo grave difetto, ovvero l’impossibilità di mostrare il ventre aperto e quindi il missile centrale! Un vero peccato, avrebbero potuto inserire una corazza aggiuntiva che mostrava, ad esempio, l’apertura del portello del solo missile centrale, pecca già presente nella confezione del robot.

Un ulteriore appunto riguarda la modalità di esposizione: in pratica non è possibile inserire il robot con lo scrander agganciato all’interno dell’hangar, anche se questi è totalmente aperto, perchè non c’è spazio sufficiente per le ali,  e anche smontandone i pilastri interni (quelli richiudibili per intenderci), ci sono sempre i faretti alla base  che non consentono di avere lo spazio necessario a far poggiare i piedi. Insomma saremo obbligati a chiudere l’hangar e riporlo in scatola se vorremo esporre il nostro robottone alato! Un vero peccato…

In conclusione un pezzo da avere, per completare la confezione del DX Mazinger Z.
Anche se il prezzo totale non è giustificato, la resa finale è davvero superlativa, nonostante non sia esente da difetti, alcuni anche importanti.

Nome: Jet Scrander Set – DX Soul Of Chogokin
Produzione: Bandai
Scala: non in scala
Anno di pubblicazione: 2013 (Maggio)
Tiratura: Standard
Prezzo di listino: 8190 Yen

Pro:
– grandi dimensioni, solido e imponente;
– verniciatura esente da imperfezioni;
– completa il Mazinger Z;

Contro:
– prezzo molto elevato considerato il materiale (solo plastica);
– aggancio imperfetto alla schiena, richiede il blocco della cintura;
– l’hangar non può ospitarlo.

Voto Finale: 7.5/10