Dopo il magnifico e reinterpretato Grendizer prodotto da Bandai per la linea Super Robot Chogokin da noi recensito qui, arriva finalmente sul mercato l’attesissimo e immancabile Spazer in un bundle che comprende sia il robot che la nave spaziale. Dal momento dell’annuncio esclusivo in Italia al Tamashii Nations World Tour, l’attesa è stata piuttosto lunga ma la qualità del prodotto ne fa dimenticare il tempo trascorso.

Si presenta in un ottimo brown box (che altro non è che la scatola di cartone esterna), che protegge la confezione vera e propria; quest’ultima è ben più curata della vecchia scatola del solo robot, con colori più caldi e illustrazioni più dettagliate.

 

All’interno il robot, il disco e i vari accessori sono ben alloggiati in due blister.

Il robot si presenta benissimo, come già ampiamente descritto nella recensione precedente, con una discreta percentuale di metallo (busto, alcune articolazioni e stinchi), e uno sculpt rivisitato rispetto alla serie tv dell’epoca che dona notevole carisma e una maggiore aggressività alla figura.

La posabilità come sempre è ai massimi livelli (del tutto identica al modello già uscito e da noi recensito), e permette ogni tipo di posa.

Le armi in dotazione sono esattamente quelle viste nel cartone, per cui troviamo la famosissima alabarda spaziale e il maglio perforante (destro e sinistro).

Ancora una volta dettagli e verniciature sono ai massimi livelli e non presentano praticamente nessun difetto. A differenza dell’uscita precedente in questa confezione il Grendizer ha una colorazione differente, con il bianco perlato che sostituisce il grigio satinato e anche una testa modificata nello sculpt e nel colore, in favore di una somiglianza maggiore nei confronti della versione animata. Nelle foto il nuovo bianco perlato a sinistra, il vecchio grigio satinato a destra.

Vista le poche differenze con il predecessore, il fulcro della confezione resta dunque lo Spazer, vero protagonista di questa edizione Bandai.

Come ci si poteva aspettare il disco è realizzato interamente in plastica, mentre la colorazione risulta essere molto precisa e priva di sbavature. Ben curati tutti i dettagli, dal cockpit alle feritoie che gli stanno accanto, alle seppur limitate pannellature. Alla base troviamo delle alette apribili identiche a quelle della versione S.O.C. (Soul of Chogokin), che permetteno di appoggiarlo su una superficie piana mantenendo un’ottima stabilità, mentre uno stand apposito ci consente di esporlo “in volo”.

Grande attenzione va posta nell’agganciamento delle ali del disco, i cui perni alla base vanno prima inseriti nei fori appositi, per poi incastrarsi spingendo verso il basso le ali stesse; consigliamo caldamente di spingere alla base le ali e non dall’estremità poichè, a nostro avviso, la resistenza degli incastri rischia di far rompere il disco stesso! Assolutamente perfetto e comodo invece l’incastro dei cerchi rossi alle estremità delle ali, la cui parte centrale può essere rimossa e sostituita con le lame rotanti e i lancia-missili, entrambi di grande impatto visivo e fedelissimi alla versione animata.

Sia i pannelli frontali che i dischi alle estremità delle ali richiedono particolare cura nel loro posizionamento, poichè un montaggio frettoloso e/o distratto fa si che restino sporgenze e dislivelli molto evidenti. Infatti molte immagini con la zona centrale dei dischi rossi sollevata impazzano per la rete.

Per inserire il robot all’interno dello Spazer è necessario aprirlo: va rimosso il pannello frontale, sollevato quelli ad esso adiacenti sopra e sotto, alzati i motori e il pannello sottostante.

Quindi vanno allineate in un certo modo le gambe del robot per poi inserirlo nel disco: a questo punto è necessaria un pochino di pazienza per far si che Goldrake si agganci perfettamente in linea con le forme del disco: per fare questo, oltre alla giusta posizione delle braccia, è necessario piegare nel modo giusto il busto verso l’alto, altrimenti la testa non riuscirà a stare su abbastanza rispetto alla posizione orizzontale del disco (come si vede in molte foto sparse per la rete). Fissare correttamente le braccia ai fianchi dello Spazer non è da meno: durante i tentativi, il meccanismo a scatto dei pannelli laterali retrattili tendono a sganciarsi facilmente, fino a che non si trova la posizione corretta.

Il risultato è una gioia per gli occhi, che offre una figura armoniosa e, visto lo sculpt reinterpretato, fedele all’anime, nonostante le dimensioni del disco necessariamente generose (le gambe non sono retrattili ne vanno piegate, se non leggermente) e il busto sporga più del dovuto in avanti.

Doveroso il confronto con lo Spazer Metaltech, forse il più diretto concorrente per via delle dimensioni molto simili, e per la fedeltà realizzativa nella resa estetica. Nelle foto di seguito si può apprezzare il Metaltech a sinistra (un gran blocco di zama, nostre foto di qualche anno fa), e l’SRC a destra.

 

In conclusione questo set Super Robot Chogokin Grendizer&Spazer colpisce molto positivamente, per qualità dei dettagli e delle vernici, e per una resa estetica impressionante, che probabilmente è la migliore sulla piazza per quel che riguarda la figura di Goldrake dentro il suo Disco Spaziale. Di fatto riteniamo che il disco da solo sia il migliore attualmente sul mercato, per forme, colori, dettagli e proporzioni.

Unica piccola nota di demerito va alla mancanza dei gimmick che invece avevamo apprezzato nella scatola del singolo robot, quali l’effetto del tuono spaziale e il fuoco/fumo del lancio dei magli perforanti, per cui, di fatto, per chi vuole avere una completezza del set è costretto a recuperare anche la scatola precedente.


Nome: Grendizer&Spazer – Super Robot Chogokin
Produzione: Bandai
Scala: non in scala
Anno di pubblicazione: 2015 (Giugno)
Tiratura: Standard
Prezzo di listino: 10800 yen

Pro:
– robot metalloso e posabilissimo;
– verniciature perfette;
– la nuova testa è più somigliante;
– il disco è praticamente perfetto;

Contro:
– il posizionamento del robot nel disco richiede molta pazienza;
– mancano i gimmik

Voto Finale: 9.5/10