Chichi è nota all’interno dell’universo di Dragon Ball come moglie di Son Goku e madre di Gohan e Goten. Il personaggio venne introdotto sin dagli albori del manga di Dragon Ball e tutto ebbe inizio quando Goku, durante l’arco narrativo, andò alla ricerca del maestro Muten su richiesta della Stregone del Toro (nonché padre di Chichi). Lo stregone chiese inoltre a Goku di “recuperare” e portare in salvo anche la figlia qualora l’avesse trovata sul suo cammino. Nessuno poteva immaginare, ai tempi, come sarebbero andate le cose…

Ed è proprio la Chichi di allora che andremo a recensire quest’oggi, nella versione SH Figuarts prodotta da Bandai e distribuita in Italia dall’azienda Cosmic Group, che ringraziamo come sempre.

La confezione che contiene il nostro personaggio e suoi accessori è compatta e la gestione degli spazio interni è come sempre ottima. La scatola, realizzata in cartone leggero, si presenta con il tipico design pulito e minimale noto in queste produzioni. Il colore dominante è il rosa che risalta sullo sfondo bianco. Frontalmente trova posto la finestra trasparente attraverso la quale è possibile vedere parte del contenuto senza aprire il box. In questo specifico caso, complici le minute dimensioni, si può vedere quasi interamente il personaggio, tre volti alternativi e una sfera del drago.

Nella parte anteriore sono presenti il marchio Bandai, il classico Tamashii Nations e il logo di Dragon Ball da cui è ispirato il personaggio. Presente anche il logo che indica questo prodotto come un’esclusiva.

Nelle parte posteriore della confezione trovano posto alcune immagini della figure nonché alcuni dettagli.

Aperta la confezione troviamo l’intero contenuto alloggiato nel classico blister trasparente protettivo. Il numero di accessori non è da “guiness world record” ma è senza dubbio interessante. Come possiamo vedere, oltre a figure, sono presenti 3 volti extra, una sfera del drago, cinque mani con differenti aperture e un piccolo stand espositivo.

La figure, una volta estratta dal blister, risulta al tatto molto solida e sufficientemente pesante in relazione alle minute dimensioni. In posa statica frontale risulta molto ben bilanciata anche in presenta di un’appendice importante come in questo il caso mantello.

Partendo dalla testa possiamo apprezzare una notevole ricerca dei dettagli. Il casco protettivo è ben realizzato e gli stacchi di colore ben delineati, ben fatti anche i capelli che fuoriescono da esso con una una frangia che copre interamente la fronte.

Segnaliamo inoltre che la parte superiore del casco è removibile. Come sempre i volti sono semplicemente egregi e le espressioni alternative rendono la figure particolarmente duttile nel simulare scenette divertenti. La sostituzione dei volti avviene in maniera rapida e gli attacchi risultano robusti, basta dividere il casco in due e il gioco è fatto.

Subito sotto possiamo analizzare l’outfit che è composto da pochi elementi colorati per lo più di blu con finiture bianche. Oltre alle spalline (che segnaliamo essere snodate anch’esse), il corpetto e gli slip, Chichi è dotata di guanti e scarponcini rosa (quest’ultimi arricchiti con delle finiture che riprendono i toni blu e bianco dei vestiti). Il painting è in linea generale abbastanza pulito anche se un occhio molto attento potrebbe scorgere qualche leggera imprecisione (visibile solo a distanza molto ravvicinata). Per finire trova posto agganciato al collo il “lungo mantello blu”, realizzato in plastica morbida è pieghevole.

Come ormai ben noto a tutti, la linea SH Figuarts si contraddistingue da sempre per la presenza di molteplici snodi e anche in questo caso possiamo dire di aver trovato la solita qualità e progettualità della linea. Gli snodi sono di piccole dimensioni ma svolgono senza problemi le funzioni per le quali sono stati studiati. Partendo dall’alto segnaliamo un limitata mobilità della testa all’indietro complice la presenza dei lunghi capelli che, seppure siano realizzati in pvc morbido, ostacolano un po’ il piegamento. Ottimi invece i comparti restanti. I movimenti e gli snodi presenti ricordano molto quelli già visti in passate produzioni come ad esempio Kid Goku o, per vertere su un personaggio femminile, la mitica Bulma (che mostrava tra i punti deboli degli snodi un po’ antiestetici nella parte posteriore delle ginocchia). Entrambe queste recensioni potete trovarle rispettivamente QUI e QUI.

Poiché abbiamo menzionato il piccolo Goku, sappiate che l’altezza di questo personaggio è la stessa ed e quindi in scala. Esposti insieme, magari posati sulla nuvola Speedy, sono uno spettacolo per gli occhi.

Per quanto concerne invece gli accessori, oltre alle mani aggiuntive, troviamo l’immancabile sfera del drago; icona anch’essa del manga di Toriyama. Questa volta, a differenza di altre proposte della stessa linea che mostravano sfere semi trasparenti arancioni, la colorazione dorata è piena.

In conclusione, questa nuova SH Figuarts di Dragon Ball altro non fa che arricchire ulteriormente questa splendida collezione. Ottimo il design del personaggio e la sua realizzazione costruttiva. Il painting è semplice ma pulito e gli snodi svolgono egregiamente il loro lavoro con piccole limitazioni come ad esempio i capelli che ostacolano leggermente il movimento all’indietro della testa. Immancabili i volti alternativi, le mani extra con differenti aperture e la mitica sfera del drago. Se avete in collezione anche Kid Goku, è semplicemente un must have!

Nome: Son Goku Childhood – S.H. Figuarts
Produzione: Bandai
Scala: 
Anno di pubblicazione: Agosto 2020 
Tiratura: Limited
Prezzo di listino: 5500 Yen

Pro:
– character-designer fedele;
– ottima posabilità
– stand espositivo incluso.

Contro:
– presenza di alcune imprecisioni nella colorazione.

Voto 8/10